Phoenix è la navetta NASA atterrata ieri su Marte. Il suo obiettivo sarà quello di verificare la presenza di ghiaccio nel polo settentrionale del pianeta rosso. Oltre che per la scienza, Phoenix è anche un successo per l’Open Source.
“La navetta spaziale Phoenix ha inviato delle fotografie che mostrano proprio la sua struttura in buone condizioni dopo aver effettuato il primo atterraggio di successo in una regione polare su Marte”. E’ questa la notizia che si apprende da un comunicato ufficiale dell’agenzia spaziale americana NASA.
Si tratta di una vera e propria missione storica in quanto è stata la prima ad essere controllata da un’università, quella dell’Arizona, e la prima ad essere seguita live via Internet. Infatti, tutte le informazioni trasmesse a terra dalla Phoenix potranno essere seguite anche via Twitter e Second Life.
Ma si tratta di un successo anche per l’Open Source, in quanto l’industria aerospaziale è sempre più impossibilitata ad utilizzare software commerciale a causa della sua poca duttilità. Solo il software opensource, infatti, riesce a garantire un livello di personalizzazione tale da rendere ogni missione perfetta sotto il livello tecnico-informatico. Un grazie va dunque anche al kernel Linux, al compilatore GCC e a tutte le altre librerie utilizzate dagli scienziati NASA e dai ricercatori dell’Università dell’Ariziona per i loro software al bordo della navetta Phoenix. Un pezzo del pianeta rosso, insomma, è stato conquistato anche grazie a Linux.
di Vincenzo Ciaglia - TuxJournal.net