Il titolo di quest’articolo non è per nulla provocatorio. Quanti utenti Linux hanno necessità di un sistema operativo Microsoft? E quanti di questi decidono di virtualizzare Windows XP che, come ben sappiamo, non è così assetato di risorse? Indirettamente, anche gli utenti del Pinguino (non tutti) saranno penalizzati dal pensionamento di Windows XP.
L’8 Aprile sarà un giorno triste per un numero non indifferenti di utenti Windows. Già, perché proprio in quella data, Microsoft manderà definitivamente in pensione il suo celebre Windows XP, sistema operativo che, per quanto possiamo essere legati a Linux, ha davvero fatto la storia. Più volte nel corso delle scorse settimane abbiamo avuto modo di fare il punto della situazione, cercando di analizzare al meglio come proprio il sistema operativo del Pinguino potrebbe cogliere al balzo quest’opportunità di riscatto. Un bel numero di utenti che ancora si affida a macchine non poi così evolute, infatti, potrebbero prendere seriamente in considerazione l’idea di migrare verso Linux, adottando magari una distro esteticamente molto simile a Windows XP. Ma, ironia della sorte, volendo analizzare con obiettività massima la situazione, alcuni utenti Linux, proprio quelli che hanno deciso di abbandonare Windows ormai da anni, potrebbero essere spiazzati. Perché? Scopriamolo subito.
Per meglio comprendere il dubbio sollevato dall’ottima fonte The Var Guy, lo ripetiamo, è necessario essere estremamente obiettivi e mettere da parte qualsiasi forma di legame affettivo nei confronti di Linux, così come ogni odio recondito verso Microsoft. Magari non è il caso di tutti, ma non si può di certo negare che un discreto numero di utenti Linux abbia la necessità di affidarsi, per un motivo o per un altro, a Windows. Pensiamo ad esempio a chi utilizza Adobe Photoshop. Seppur possa essere installato (non con poche difficoltà) sul sistema operativo del Pinguino, molti utenti decidono di tagliare la testa al toro e virtualizzare una copia di Microsoft Windows da utilizzare al momento opportuno. È innegabile, infatti, che VirtualBox venga utilizzato non solo per mettere alla prova delle nuove distro che possano affascinarci, ma anche i sistemi operativi proprietari della casa di Redmond.
Ed è così che quasi sempre la scelta ricade proprio su Windows XP. Il motivo? Un consumo di risorse veramente esiguo. Basti pensare che i requisiti minimi ufficiali richiedono appena 64 MB di memoria RAM ed un processore Intel Pentium 233 MHz. Insomma, una virtual machine con Windows XP potrebbe addirittura richiedere meno risorse di una sessione di Google Chrome con una decina di schede aperte. Certo, la problematica non riguarda tutti quegli utenti che di Windows non ne vogliono proprio sapere e che non hanno la sfortuna di dover utilizzare applicativi sviluppati unicamente per la piattaforma software firmata Microsoft. Per tutti gli altri, invece, non c’è soluzione: virtualizzare Windows 7 o il più recente 8. In alternativa, è pur sempre possibile continuare a virtualizzare Windows XP ma magari senza fornire connettività di rete alla virtual machine: senza aggiornamenti di sicurezza il pericolo è sempre dietro l’angolo.
Fonte: The Var Guy