Perché non emulare le app Android sulla nuova piattaforma mobile di casa Canonical? Potrebbe essere una valida soluzione per sopperire alla scarsità di applicazioni native.
Vogliamo mettere le mani su Ubuntu Touch? Ora le alternative di certo non mancano. Possiamo installarlo su un dispositivo Nexus compatibile, scaricare uno dei numerosi porting disponibili per gran parte degli smartphone o acquistare un Bq Aquaris E4.5 Ubuntu Edition o attendere qualche settimana per accaparrarci un Meizu MX4 (leggi, Meizu MX4 Ubuntu Edition: finalmente ci siamo). E noi che abbiamo avuto modo di testare a fondo le funzionalità offerte da Ubuntu Touch, quantomeno sullo smartphone Bq (leggi, Aquaris E4.5 Ubuntu Edition: la nostra review completa) ci siamo subito resi conto della vera problematica che affligge la nuova piattaforma: tutto funziona bene (o quasi), ma la mancanza di applicazioni potrebbe spegnere in breve tempo i sogni di gloria di Canonical. Le applicazioni presenti nello store ufficiale si contano infatti sulle dita di una mano: c’è poca roba, davvero poca.
Per sopperire a questa problematica (annunciata, considerato che ogni nuova piattaforma mobile deve fare i conti proprio con questo ostacolo), l’azienda di Mark Shuttleworth ha messo nelle mani degli sviluppatori indipendenti strumenti che consentono loro di realizzare app con la massima semplicità. Ma, evidentemente, questo non basta. Una soluzione da testare ci sarebbe, ed è la stessa di quella applicata da Blackberry: implementare un runtime di Android per consentire agli utenti di eseguire praticamente qualsiasi app nativa per Android.
Sì, un po’ quello che è già stato fatto con Sailfish OS. Non che quest’ultimo sia riuscito a conquistare una bella fetta di mercato ma per lo meno chi ha deciso di acquistarne uno non si ritrova con in mano uno smartphone super performante ma privo di applicazioni! E voi, cosa ne pensate? Credete che questa possa essere una giusta soluzione o bisogna solo attendere?
Fonte: Softpedia