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Ubuntu Touch, le app e i rimborsi “facili”

19 giugno 2015 Visualizzazioni: 2005 Mobile, Software

Ubuntu Touch pronta a mettere le radici in Snappy Core

Cambio di guardia per Ubuntu Touch: la distro mobile non sarà più basata su Ubuntu Desktop ma sulla più leggera e appropriata Snappy Core. Ecco tutti i dettagli.


Torniamo a parlare di Ubuntu Touch e del futuro che attende al sistema operativo mobile di casa Canonical. La notizia del giorno è che gli sviluppatori del team di Mark Shuttleworth non hanno intenzione di continuare a basare Ubuntu Touch sulla release 15.04 di Ubuntu Desktop. Ma neppure sulla 15.10, sulla 16.04 o su quelle che verranno. Il motivo? Semplicemente perché l’obiettivo è quello di far mettere le radici di Ubuntu Touch in Ubuntu Snappy Core, la nuova distro minimale dedicata ai dispositivi embedded. E ciò è da considerarsi un’ottima notizia, anche perché i risvolti positivi potrebbero essere davvero molti.

Il più lampante, soprattutto agli occhi degli utenti meno esperti, è una leggerezza del sistema operativo (quanto meno nel suo nucleo principale) mai vista fino ad oggi con Ubuntu Touch. Basti pensare che l’immagine di Ubuntu Snappy Core pesa poco più di 100 MB (esattamente 128 MB) e richiede risorse hardware veramente ridicole.

Un altro grande vantaggio l’avranno già adocchiato gli appassionati di Raspberry Pi 2 e, più in generale, di schede single-board: grazie a questo cambiamento, uno smartphone equipaggiato con Ubuntu Touch potrebbe andare davvero al di là dei “semplici” servizi mobile e potrebbe essere interfacciato con una vastissima gamma di sensori e dispositivi (grazie a Snappy). Non ci resta che attendere ulteriori sviluppi in merito.

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Fonte: Softpedia

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  • Aury88

    Ciao.
    Aggiungo che l’idea del so unico rimane. Al momento infatti la versione desk, derivata da Debian, rimane solo per una questione di compatibilità con i .deb e i vari applicativi sviluppati per questa piattaforma. Da quest’anno comunque uscirà, parallelamente a quella classica, una versione desk che altro non è che la versione smartphone (quindi snappy core) con l’interfaccia che si è adattata allo schermo desk (grazie a Mir+Unity8) e che, in un futuro non prossimo, diventerà LA versione desk ufficiale di ubuntu. Comunque sia mi aspetto che nei prossimi anni la versione std di ubuntu per desk rimarrà quella derivata da debian ma con uno sviluppo incentrato praticamente solo su bugfix mentre il grosso dello sviluppo effettivo sarà sul ramo SnappyCore(+Mir+Unity8) condiviso tra desk, pad, smartphone, IoT, (SmartTv), server e cloud…
    I vantaggi sono enormi: oltre a quelli citati dall’articolo, c’è quello importantissimo per canonical di dover sviluppare un solo OS per tutto, di fatto dando un nuovo significato alla frase “non reinventare la ruota”. Per gli sviluppatori diventerà ancora più semplice portare le app ed i servizi tra i vari dispositivi (lo snappy da solo porta enormi vantaggi, ma avere sotto un so unico da un vantaggio in più). L’utente forse è quello che vedrà i vantaggi minori, ma otterrà comunque un sistema più leggero, scalabile, sicuro, stabile e il vantaggio di potersi portare sempre con se le app desiderate a prescindere dal dispositivo utilizzato… insomma guadagnano tutti.
    L’arrivo dell’ufficialità della versione SnappyCore anche per desk dipenderà dalla velocità con qui si riuscirà a fare il port di app e compatibilità debian su questa nuova infrastruttura…e temo che il grosso dei problemi sarà determinata dal porting della compatibilità con i driver closed attraverso xMir

  • Br.Ba.

    tutto bello e fantastico

    ma la domanda è :
    pecche non pensarci prima?
    il progetto è già lungo di suo, decidere in tal senso prima averne giovato non poco

    • Aury88

      perchè le tecnologie maturano…serve l’idea, serve la serie di tool per svilupparla e un codice/linguaggio sufficientemente maturo da non rischiare di sviluppare qualcosa e ritrovarselo deprecato il giorno dopo…servono risorse e persone per sviluppare e testare e solo recentemente canonical ha maturato entrate sufficienti dal settore server e cloud tali da dedicare risorse a questo genere di sviluppo con tale intensità….per fare questo comunque ha dovuto sviluppare tutta una serie di cose secondarie, come i test automatici, per liberare comunque risorse interne dagli altri compiti …allo stesso tempo ha dovuto portare i propri prodotti principali ad un livello di maturità e stabilità tali da poter permettere di non doverli ulteriormente sviluppare per mantenere l’utenza…tutto questo richiede molto tempo…sopratutto per un azienda che adesso ha “appena” 500 dipendenti e in passato ancora meno