Il numero uno di Canonical interviene sulla poca diffusione dell’OS mobile. Allo stato attuale, meglio avere pochi utenti ma interessati davvero al progetto.
Ubuntu Touch, la scommessa mobile firmata Canonical, è ormai disponibile sui primi device da diverso tempo. Tutto ebbe inizio con il produttore spagnolo BQ che dopo aver lanciato l’E4.5 Ubuntu Edition, ha qualche tempo fa deciso di estendere l’offerta Ubuntu Touch con un nuovo modello, E5 HD. A ruota, poi, anche il produttore cinese Meizu ha tolto i veli dal suo smartphone Ubuntu Powered. E poi? E poi nient’altro.
Nessun altro produttore ha tirato fuori un telefonino equipaggiato con il “nuovo” sistema operativo e ciò, non tanto per mancanza di interesse (a detta di Canonical, che pare avere accordi con un bel numero di provider mobile e altri produttori) ma per seguire una strategia di mercato che potrebbe rivelarsi vincente (o trasformarsi in un flop).
Perché Ubuntu Touch, nonostante sia ora un OS mobile stabile non si diffonde? Perché non estendere l’offerta di smartphone Ubuntu Powered? A rispondere, è direttamente Mark Shuttleworth che giustifica questa poca diffusione affermando che in realtà è proprio questo l’obiettivo che Canonical si è fissato per i prossimi mesi o anni. Nonostante Ubuntu Touch sia stabile non è ancora in grado di competere con i big del settore quali Android, iOS e Windows Phone. Mancano tante applicazioni e funzionalità che per molti utenti sono fondamentali. Il potenziale non manca, ma va prima trasformato in realtà.
Penso che sia importante modellare con attenzione l’emergere di Ubuntu di modo che venga utilizzato da persone che amano il progetto e possano contribuire ad esso. Penso che sarebbe un errore per noi cercare di andare troppo veloce, perché se mettiamo Ubuntu Touch nelle mani di persone che non si preoccupano del progetto e non vogliono essere parte di esso, in questo momento sarebbero delusi, così come saremmo delusi noi e tutto il progetto diventerebbe un disastro.
Queste le parole di Mark Shuttleworth dalle quali si capisce come voglia andare con i piedi di piombo. Un ragionamento che sbagliato non è, ma al tempo stesso bisognerebbe forse cercare di accelerare un po’: così come prosegue lo sviluppo di Ubuntu Touch, altri OS come Android divengono sempre più stabili, completi, funzionali e diffusi. Colmare il gap, di questo passo, sarebbe impossibile.
Fonte: Softpedia