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Ubuntu 16.04 LTS e i pacchetti Snappy

5 novembre 2015 Visualizzazioni: 3996 Al Bar, Focus, Mobile, Software

Ubuntu Touch: meglio pochi ma buoni. Parola di Mark Shuttleworth

Il numero uno di Canonical interviene sulla poca diffusione dell’OS mobile. Allo stato attuale, meglio avere pochi utenti ma interessati davvero al progetto.

Ubuntu Touch, la scommessa mobile firmata Canonical, è ormai disponibile sui primi device da diverso tempo. Tutto ebbe inizio con il produttore spagnolo BQ che dopo aver lanciato l’E4.5 Ubuntu Edition, ha qualche tempo fa deciso di estendere l’offerta Ubuntu Touch con un nuovo modello, E5 HD. A ruota, poi, anche il produttore cinese Meizu ha tolto i veli dal suo smartphone Ubuntu Powered. E poi? E poi nient’altro.

Nessun altro produttore ha tirato fuori un telefonino equipaggiato con il “nuovo” sistema operativo e ciò, non tanto per mancanza di interesse (a detta di Canonical, che pare avere accordi con un bel numero di provider mobile e altri produttori) ma per seguire una strategia di mercato che potrebbe rivelarsi vincente (o trasformarsi in un flop).

Perché Ubuntu Touch, nonostante sia ora un OS mobile stabile non si diffonde? Perché non estendere l’offerta di smartphone Ubuntu Powered? A rispondere, è direttamente Mark Shuttleworth che giustifica questa poca diffusione affermando che in realtà è proprio questo l’obiettivo che Canonical si è fissato per i prossimi mesi o anni. Nonostante Ubuntu Touch sia stabile non è ancora in grado di competere con i big del settore quali Android, iOS e Windows Phone. Mancano tante applicazioni e funzionalità che per molti utenti sono fondamentali. Il potenziale non manca, ma va prima trasformato in realtà.

Penso che sia importante modellare con attenzione l’emergere di Ubuntu di modo che venga utilizzato da persone che amano il progetto e possano contribuire ad esso. Penso che sarebbe un errore per noi cercare di andare troppo veloce, perché se mettiamo Ubuntu Touch nelle mani di persone che non si preoccupano del progetto e non vogliono essere parte di esso, in questo momento sarebbero delusi, così come saremmo delusi noi e tutto il progetto diventerebbe un disastro.

Queste le parole di Mark Shuttleworth dalle quali si capisce come voglia andare con i piedi di piombo. Un ragionamento che sbagliato non è, ma al tempo stesso bisognerebbe forse cercare di accelerare un po’: così come prosegue lo sviluppo di Ubuntu Touch, altri OS come Android divengono sempre più stabili, completi, funzionali e diffusi. Colmare il gap, di questo passo, sarebbe impossibile.

Immagine anteprima YouTube

Fonte: Softpedia

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  • rico

    Non vorrei un Ubuntu Touch solo di nicchia, ma il ragionamento di Mark fila: quanti danni potrebbe fare chi dà retta solo a facebook, whatsapp o instagram?
    C’è molta gente che usa i “telefononi” solo per questo, senza cercare altro nemmeno quando gli serve (navigatori, info, app strumentali). Vogliamo proprio dargli un sistema già sbloccato, coi permessi di root?

  • http://deasproject.altervista.org/blog/ Dea1993

    ha ragione, in effetti non ha senso puntare al grande pubblico se mancano le applicazioni che l’utente medio vuole.
    anzi sarebbe solo peggio per l’immagine perchè poi come per WP ti ritrovi l’immagine rovinata perchè non ci sono le app, oppure arrivano in ritardi con versioni peggiori, e allora la gente inizia a parlarne male e tutti vanno su android visto che IOS è fuori budget e siccome la gente difficilmente cambia idea, ormai molti hanno considerato wp come l’os privo di app e con app che arrivano in ritardo e di qualità scadente, ora WP nonstante dietro ha microsoft e non un’aziendina qualunque, sta faticando tantissimo a fare buone quote di mercato.

    quindi anche per ubuntu touch è inutile puntare in alto se ti manca ancora il software.
    io spero che in futuro ubuntu touch sia diffuso almeno quanto WP nel mondo mobile, a me sinceramente non dispiacerebbe affatto uno smartphone con ubuntu

  • Aury88

    ci sono due possibili strategie: cercare di conquistare un mercato già esistente oppure cercare di creare un nuovo mercato, creando la domanda di specifiche caratteristiche del prodotto che i concorrenti non hanno…per esempio oggi giorno nell’ambito mobile c’è un settore che è quello della privacy e security che non vede nei prodotti attualmente presenti sul mercato una valida risposta. si può cominciare a puntare su questo che da solo può valere decine di migliaia di dispositivi solo lato user, ma pensiamo anche a tutti quei settori professionali dove la privacy e la sicurezza dei dati sono fondamentali e dove su questi aspetti si è disposti ad investire parecchio;
    cercare di conquistare un mercato già conquistato al 90% significa entrare in competizione contro aziende che possono imporre politiche di chiusura o non porting di app fondamentali e quindi dove il gap non potrà mai essere colmato…ci si infilerebbe in una nuova competizione come quella mai vinta sul desk…l’articolo di per se comunque pone una “critica” assurda…come se canonical se la stia prendendo comoda…canonical sta facendo bene, sta puntando tutto sugli sviluppatori perchè quelli sono coloro i quali creano l’ecosistema, bugreport e bugfix e che allo stesso tempo non si lamentando se manca il gioco dei piccioni arrabbiati (al limite se lo creano da se)…sviluppatori che utilizzeranno magari ubuntu non solo come smartphone ma anche come desk, iot e tutto il resto.
    allo stesso tempo canonical sta investendo (meglio spremendo visti i tempi rapidissimi di rilascio di upgrade e bugfix) ogni risorsa a sua disposizione per lo sviluppo quindi non credo proprio possano fare di più anche volendo e concordando al 100% con l’articolo