La possibilità di installare la distro targata Canonical su dispositivi mobile incuriosisce numerosi utenti. Ma ancora la strada sembra essere lontana. Perché?
Da tempo si parla della possibilità di installare Ubuntu anche su tablet e smartphone. Qualcuno c’è già riuscito e per farlo ha utilizzato versioni alternative, e non ufficiali, della distro firmata Canonical. Ovviamente il supporto non è completo ma l’ebrezza di poter avviare una distro GNU/Linux sul proprio smartphone non ha prezzo.
Certo è, che riuscire ad installare in maniera semplice Ubuntu nella sua versione ufficiale anche su smartphone e tablet è un’idea che fa gola a non pochi utenti. Canonical, però, sembra ritrovarsi di fronte a seri problemi, o almeno, questo è ciò che si deduce.
Le dichiarazioni ufficiali sembrano essere sempre positive ma, giunto il rilascio di ogni nuova release, gli utenti si ritrovano con l’amaro in bocca. Solo pochi giorni fa, un altro annuncio shock: lo sviluppo top secret di Ubuntu 13.04 dovrebbe prevedere anche la possibilità di installare la distro su dispositivi portatili. Ma c’è davvero da crederci?
Per ora, l’unica certezza Linux sul mondo mobile è Android e più passa il tempo e minore potrebbe essere il successo di Ubuntu su telefonini, tablet e TV. Android, infatti, consolida sempre più il suo predominio su tutti quei dispositivi che non sono PC e ciò non gioca certo a favore di Canonical.
Ma quelli di Ubuntu, sembrano ritrovarsi già dentro al mondo mobile, rilasciando dichiarazioni, come quella di Mark Shuttleworth, che non lasciano minimamente traspirare l’impossibilità di ritrovare la distro su smartphone e tablet. Bensì, a problemi che dovrebbero interessare chi nel mondo mobile già c’è:
Misuriamo la nostra piattaforma con metriche mobile, cose come la durata della batteria o il numero di processi in esecuzione
Mark Shuttleworth pensa alla durata della batteria. E lo scriviamo con tono sarcastico. Come si può pensare a queste problematiche se ancora non è stata offerta al grande pubblico la possibilità di vedere con i propri occhi l’autonomia che un qualsiasi smartphone potrebbe avere se equipaggiato con Ubuntu? Eppure, alcuni smartphone Android o lo stesso iPhone talune volte non riescono a superare neanche le 12 ore senza spegnersi.
La verità, almeno a nostro parere, è che i veri problemi di Ubuntu per dispositivi mobile non devono essere ricercati né nella durata della batteria, né nel consumo della memoria. Probabilmente, nessun produttore ha interesse nell’equipaggiare un proprio dispositivo con Ubuntu. Android, forse, basta e avanza. È un po’ come il famoso detto “squadra che vince non si cambia”. Riusciranno quelli di Canonical a convincere qualche produttore e tentare il lancio di un dispositivo con Ubuntu? Stando alle solite dichiarazioni di Shuttleworth ovviamente si, anzi, in realtà ci sarebbero già numerosi investitori. Tocca a noi crederci o meno.
Ma la peggiore sciagura che potrebbe colpire una Canonical concentrata al mondo mobile è ritrovarsi con sempre meno utenti incuriositi da Ubuntu su PC ed un totale fallimento nel mondo mobile. E questo, non lo possiamo di certo augurarglielo. Dopotutto, Canonical ha rivoluzionato il mondo di GNU/Linux, realizzando la prima e forse l’unica distro adatta anche all’utente più inesperto.