Gli sviluppatori della distro più diffusa nel mondo Linux cesseranno di fornire immagini a 32 bit a partire da Ubuntu 16.04 LTS. Scelta giusta o errata? Parliamone assieme.
La tecnologia va avanti e di pari passo all’hardware, anche i sistemi operativi attuano i loro cambiamenti. E così, da qualche tempo, numerose distribuzioni Linux non vengono più rilasciate per le architetture a 32 bit. Un tale discorso può andar bene per quelle distro non poi così diffuse: ma quando di mezzo ci sono grossi nomi, le polemiche potrebbero pur sempre scoppiare. Prendiamo ad esempio Ubuntu, una delle distro più apprezzate dagli utenti: cosa succederebbe se gli sviluppatori decidessero di non rilasciare più release a 32 bit?
Ben presto lo scopriremo, considerato che a quanto si apprende dagli sviluppatori della distro, a partire da Ubuntu 16.04 LTS ci ritroveremo di fronte unicamente ad un’immagine a 64 bit. Ma se disponiamo ancora di una CPU a 32 bit, possiamo dormire sonni tranquilli. Almeno fino al 2019. Gi�?, perché l’attuale release con supporto a lungo termine di Ubuntu, la 14.04, offrir�? supporto fino a quella data. I problemi inizieranno dopo. Qualcuno, in particolare chi dispone di un processore a 64 bit, non vede ciò (per ovvi motivi) come un problema. Chi invece non ha ancora la possibilit�? di passare ad un PC più aggiornato (o, più semplicemente, non ne ha intenzione) potrebbe non prendere bene tale notizie. D’altro canto, però, è anche vero che gli sviluppatori occupano troppo tempo alla creazione delle immagini a 32 bit e tale tempo potrebbe essere utilizzato diversamente, magari innovando maggiormente la distro.
In ogni caso, allo stato attuale, solo il 20% (e anche meno) degli utenti che si ritrovano a scaricare un’immagine di Ubuntu optano per la versione a 32 bit. Dunque, non dovrebbe essere un grosso problema. E voi, cosa ne pensate?
Fonte: Softpedia