Dopo aver installato la beta di Fedora 19, in GRUB appare una nuova voce di avvio: tboot. Di cosa si tratta? A rispondere è Adam Williamson del team Red Hat: è solo un bug.

Come ben sappiamo, la beta di Fedora 19 è disponibile al download (leggi, Fedora 19: perfetta per sistemisti e sviluppatori). Se non abbiamo resistito un solo secondo ed abbiamo già provveduto al suo download e installazione ci siamo sicuramente già resi conto che c’è qualcosa di nuovo in GRUB: la nuova voce tboot 1.7.0. Di cosa si tratta? L’unico metodo per scoprirlo e premerci su e vedere cosa succede. Contrariamente ad ogni precisione, praticamente nulla. Nemmeno il comando dmesg è in grado di far luce sulle funzionalità di questa modalità di avvio.

Che fare? Facciamo un salto sulla pagina del Wiki di Fedora dedicata proprio a Tboot: pochissime informazioni. Ma effettuando una ricerca nel gestore dei pacchetti Apper, tboot è presente e nella sua descrizione si legge:

Trusted Boot (tboot) è un modulo Open Source, che utilizza la tecnologia Intel TXT (Intel Trusted Execution) per eseguire un lancio misurato e verificato di un kernel/VMM (n.d.r., Virtual Machine Manager).

In definitiva, Tboot non fa altro che sfruttare il chip Trusted Platform Module (TPM) presente su alcune schede madri: se la nostra motherboard ne è sprovvista, questa voce di avvio ci sarà del tutto inutile. E le probabilità che non sia presente proprio sulla nostra sono altissime.

Già, perché questo chip è presente perlopiù sulle CPU dedicate ai server, come Intel Xeon E3, Intel Xeon E5, Intel Xeon E7 e Intel Core vPro.

Dunque, perché Tboot appare di default nella beta di Fedora 19? A detta di Adam Williamson, del team Red Hat, si tratta solo di un bug. Se anche voi vi stavate chiedendo cosa potesse mai essere, ecco dunque la risposta al quesito. La voce non sarà presente nella release finale.

Fonte: LinuxBSDos