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Lo sviluppo di LibreOffice sbarca in Brasile, grazie a...

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Associazione PLIO: OpenOffice.org è e rimarrà software libero!

15 dicembre 2010 Visualizzazioni: 558 Business

Stallman: Chrome OS? Roba da babbei!

Il paladino del software libero, fondatore della Free Software Foundation, non è molto entusiasta del nuovo sistema operativo cloud di Google.


Il motivo? Facile: grazie a Google si perderà completamente la possibilità di proteggere i propri dati. Addio privacy, saremo tutti sotto il grande occhio del governo statunitense visto che quando si archiviano dati su altri computer, e non in locale, non serve nemmeno un mandato di perquisizione in caso di problemi con la legge. Ci accedono e basta. E’ questa in buona sostanza la più grossa critica mossa da Stallman al sistema operativo del colosso delle ricerche che fa un uso massivo del cloud computing. “Vi piace l’idea di perdere il controllo su password, testi, appunti, cronologia e dati personali? Bene, allora Chrome OS è quello che fa per voi!”, ha dichiarato Stallman.

Il guru già in passato aveva etichettato il cloud computing come la tecnologia più stupida che potesse essere inventata. Oggi ha rincarato la dose dichiarando che molte persone si avvicineranno al careless computing perché nasce un nuovo babbeo ogni minuto. “Il governo statunitense e Google spingeranno sicuramente le persone ad utilizzare tecnologie come Chrome OS per evitare il problema del mandato di perquisizione, piuttosto che promuovere l’archiviazione in locale”. Come dare torto al caro, vecchio, Richard?


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  • http://anonimoconiglio.blogspot.com Coniglio

    infatti ha ragione, ancora un’altra volta.

  • jack

    ma gli utenti SONO babbei!!!

    salute a tutti

    :)

  • GGG

    Ha scoperto l’acqua calda il guru…. perchè adesso che stanno facendo? non ci controlla nessuno no? ma fammi il piacere….

  • Meltingshell

    Si può sempre salvare i dati cifrati, con una buona password nemmeno il governo li può leggere.

    • Saro

      Dipende solamente dal valore che il governo da’ ai dati che stai cercando “invano” di proteggere..

  • http://www.kensan.it Sandro kensan

    Ha ragione.

  • http://marco.boneff.ch Neff

    Grande RMS! Ha detto quello che da sempre sostengo anche io. Non è neanche solo una questione di privacy in sè, si tratta del problema da chiarire una volta per tutte: di chi sono i clienti delle software houses? Una volta il discorso era chiaro per tutti: i programmi erano opere prodotte ad uso degli utenti, che li acquistavano e li sceglievano per la loro bontà. Il cliente esercitava un potere d’acquisto che oggi, con il software gratuito e cloud based non viene più fatto valere. Il cliente / utente è diventato quindi un dettaglio. L’utente è un patrimonio della softwarehouse, una massa acritica a cui si può imporre qualsiasi cosa. �? una risorsa solo perchè costituisce una massa critica che permette di vendere pubblicità e gli inserzionisti sono i nuovi clienti. In questo contesto, quando mancano le risorse o un servizio non interessa più agli inserzionisti, questo può essere facilmente abbandonato, lasciando orfani gli utenti che possono essere deprivati da un giorno all’altro di uno strumento - magari di lavoro - a cui si erano abbonati, per non parlare di tutti i dati memorizzati all’esterno del proprio calcolatore, che possono andare definitivamente persi in caso di fallimento del provider di servizi.

    Già il modello del software proprietario poneva problemi etici riguardo al supporto delle aziende a software datati o non più interessanti per il produttore di software. Chi come me ha lavorato in passato con PageMaker macromedia Director, FreeHand e altri simpatici programmi un tempo considerati “standard de facto” sa esattamente di cosa parlo. Oggi il cloud computing amplifica questo problema. Quel che è peggio è che l’utente medio non si pone neanche lontanamente questi problemi. Utilizza i servizi perchè sono semplici e gratuiti, e se può evitarsi la fatica di imparare a gestire il proprio computer non riflette un secondo sull’opportunità di usare certi strumenti.

    Purtroppo per tutti noi, che i computer li sappiamo davvero usare, il mondo sta evolvendo verso un modello pericoloso, che a costi sempre più ridotti ci renderà sudditi di grandi corporation che non dovranno chiedere mai. L’unico rifugio sicuro è forse davvero GNU.