Splashtop promette di utilizzare il sistema operativo del pinguino in una maniera del tutto creativa. Uno dei primi grandi produttori hardware ad utilizzare la sua tecnologia è stata la ASUSTek, con la scheda madre P5E3 con Linux in modalità embedded.
Abbiamo già dedicato un articolo alla rivoluzionaria motherboard di ASUS qualche giorno fa. Tuttavia non ci siamo molto soffermati su cosa sia effettivamente Splashtop.
Splashtop è un ambiente desktop Linux in grado di funzionare completamente all’interno della memoria RAM. Fornisce dunque un sistema Linux con alcune importanti ed interessanti caratteristiche quali la versione 2.0 di Firefox per il browsing sul web, un client Skype per l’utilizzo del VoIP e alcuni altri piccoli strumenti. E’ dotato inoltre di pieno supporto a connettività via cavo e wireless.
Il prodotto fornito dalla ASUS, in connubio con la tecnologia SplashTop, rappresenta effettivamente una grande novità per tutti gli appassionati di Linux. Sicuramente un prodotto di cui andarne fieri. Ma è veramente così? Qualcuno si è fermato a pensare sull’effettiva utilità di Splashtop. Una delle più grandi limitazioni, lavorando completamente all’interno della memoria RAM, è che non permette in alcun modo di salvare file importanti o di scaricare qualche pacchetto dal web per poi utilizzarlo su uno dei sistemi operativi presenti effettivamente sulla macchina.
Splashtop fornisce solo la possibilità di navigare sul web ed utilizzare strumenti web-based come Gmail e soci. Aumenta notevolmente il tasso di multimedialità, basata sul pinguino, del vostro personal computer, ma voi pensate che sia veramente utile una tecnologia del genere?
La scheda madre P5E3 è la prima ad aver adottato la tecnologia Splashtop. Pare che anche altre società, produttrici di computer notebook e desktop, abbiano in cantiere la volontà di adottare suddetta tecnologia. Tutti gli interessati possono dare un’occhiata a questo video introduttivo alle effettive funzionalità e potenzialità di Splashtop.
Ai lettori, e agli utilizzatori di Splashtop, l’ardua sentenza.
di Vincenzo Ciaglia - TuxJournal.net