Molto spesso si discute della sicurezza degli ambienti GNU/Linux e delle principali metodologie utilizzate per garantirla in svariate situazioni. Uno dei mezzi più diffusi, apprezzati e spesso criticati per la sua particolare difficoltà d’utilizzo è sicuramente SELinux. Tuttavia, in futuro, si prospetta che possa diventare anche il sistema di sicurezza cardine di altri sistemi operativi basati su Linux e non solo.
Interessante a tal proposito il paper presentato da Russell Coker, uno dei principali sviluppatori del progetto SELinux, all’edizione di quest’anno del SELinux Symposium in cui viene mostrato come SELinux sia in grado di lavorare su differenti sistemi operativi basati su codice Unix, come ad esempio Mac OS/X. Il progetto SEDarwin, a cura della SPARTA Inc., pare stia riscuotendo un buon successo. Oltre a questo interessante traguardo, Coker si dice interessato a portare SELinux anche su GNU Hurd.
Un altro esempio di utilizzo basato sul controllo degli accessi in pieno stile SELinux è presente anche nel progetto TrustedBSD, una piattaforma non specificamente orientata a Linux bensì basata su codice BSD. Coker si dice particolarmente soddisfatto della portabilità del codice SELinux in quanto, leggendo la documentazione ufficiale, sembra che siano stati necessari pochissimi cambiamenti al codice originale e addirittura ancora meno di quelli apportati a Darwin.
Anche la Sun, da parte sua, sta considerando di aggiungere il famoso type-enforcement di SELinux all’interno del suo Solaris. In conclusione è questa la prova che il codice di SELinux sia più portabile di quanto gli stessi autori si aspettassero e particolarmente adatto al porting del codice user-space su altre piattaforme. Sicuramente un ottimo risultato per il famoso, e forse non sempre apprezzato, progetto della NSA.
Altre informazioni su SELinux, e sul suo funzionamento, sono disponibili su Wikipedia.
di Vincenzo Ciaglia - TuxJournal.net