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10 giugno 2009 Visualizzazioni: 719 Focus, Software

Screenshot review: Fedora 11

Leonidas, è questo il nome in codice della nuova release della distribuzione sponsorizzata da Red Hat ovvero la Fedora 11. Dopo due rinvii che hanno fatto slittare la data presunta per il rilascio al 9 di giugno a causa di un bug riscontrato nell’installer, da qualche ora è stato finalmente annunciata l’attesissima nuova release. Vediamo allora quali sono le principali caratteristiche dell’ultima arrivata aiutandoci con un mucchio di screenshot.


1) Installazione
Usuali, chiari e semplici, questi gli aggettivi per descrivere il processo di installazione gestita, come al solito, dal noto tool Anaconda ovvero il programma di installazione usato da Red Hat e quindi da Fedora nonché da alcune distribuzioni da esse derivate. Inserito il supporto ottico nel lettore, alla prima schermata scegliamo la voce Install or upgrade an existing system. Il primo passo sarà la verifica del media; scegliamo Ok solo se abbiamo dubbi sulla bontà della masterizzazione altrimenti andiamo tranquillamente su Skip.

installazione11

A questo punto verrà avviato Anaconda e dopo aver cliccato su Next alla prima schermata sceglieremo, nell’ordine, la lingua nel processo di installazione e l’appropriata mappatura della tastiera; di solito la scelta di default è quella corretta, ma sarà sempre possibile cambiarla al termine della installazione.

installazione2

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Dopo una breve ricerca sui dispositivi di storage, saremo invitati ad inserire un nome per il computer, ovvero quel nome che poi identificherà l’host in rete seguito dalla scelta sul fuso orario e dalla password dell’utente amministratore.

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A questo punto arriva la parte più “difficile”; la scelta di quale e quanto spazio su disco. Al solito non ci stancheremo mai di rammentarvi di fare molta attenzione qualora condividiate l’hard disk nel quale installerete questa (o un’altra) distribuzione, alla scelta delle partizioni giuste per evitare di “ripassare” sopra ciò che è stato già installato con la irrimediabile conseguenza di perdere tutto (o parte) dei dati in esse contenuti. Optate per Usa l’intera unità solo se l’hard disk è vuoto e/o se state effettuando una installazione su macchina virtuale avendo cura di selezionare, nel primo caso, la giusta unità nel riquadro Selezionare il disco(hi) da utilizzare per l’installazione eventualmente spuntando la casella Rivedere e modificare lo schema di partizionamento a seconda dei casi nei quali ci si trova; non potendo riportare tutte le casistiche vi invitiamo a scrivere in caso di dubbi. A questo punto possiamo passare al partizionamento del disco con relativa formattazione delle partizioni in base al filesystem scelto; riportiamo un caso nella sequenza di immagini che seguono.

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Prima del trasferimento su disco, le ultime scelte riguardano dove installare il bootloader e i pacchetti da utilizzare; suggeriamo di lasciare le scelte di default salvo controllare dove verrà installato il bootloader ed eventualmente cambiarne la destinazione cliccando sul pulsante Cambia dispositivo a seconda se volete che vada a sovrascrivere o meno quello esistente nell’MBR e/o che vogliate far uso, ad esempio, (anche) di un boot manager.

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  • http://www.estatica.it Fabry

    Bene, aggiornerò al più presto dalla 10 alla 11!

  • http://www.tuxjournal.net Michele Petrecca

    …l’aggiornamento da una versione all’altra è sempre un procedimento un po “delicato” per qualsiasi distribuzione. Qui c’è una guida per il passaggio dalla 10 alla 11 -> http://docs.fedoraproject.org/install-guide/f11/en-US/html/ch-upgrade-x86.html

    Bye 8-)

  • http://morefedora.blogspot.com Gianluca Sforna

    Disattivare SELinux, così, a prescindere? Io consiglio diversamente

    Simpatica invece l’idea della review mediante screenshots.

  • http://www.grolug.org maxmurd

    Per evitare ora e in futuro dei problemi nell’aggiornamento io consiglio sempre di fare una partizione di /home SEPARATA così da poter reistallare agilmente qualsiasi versione si voglia, senza problemi…

  • AB

    io invece resterò ancora un pò sulla 10: funziona così bene e non ce la faccio più a star dietro agli aggiornamenti… l’ho installata appena sei mesi fa!
    Una nuova versione a cadenza annuale sarebbe più che sufficiente e agevole per chi effettua regolarmente l’aggiornamento dai repository ufficiali: invece quando ho tentato l’aggiornamento da una versione precedente, non mi ha mai soddisfatto pienamente e quindi ritengo più sicuro reinstallare l’intera distribuzione, recuperando i miei dati dalla /home e da /etc.
    Comunque apprezzo moltissimo il lavoro svolto e non posso far altro che ringraziare chi mi ha permesso di estirpare winzzoz dal pc.

    • Paguro

      Se cerchi un supporto più lungo ti consiglio Ubuntu LTS.