L’offerta, lanciata nel 2009 dal procuratore dell’Utah, era mirata alla chiusura di un sito Web che ridicolizzava un debitore di SCO. Darl McBride, ex CEO dell’azienda, torna a far parlare di sé.
Darl McBride, l’ex CEO di SCO che forse ne ha determinato anche la caduta, è di nuovo al centro di un’indagine investigativa. Questa volta per un avvenimento dell’ormai lontano Maggio 2009. Mentre nello stesso anno SCO era infatti intenta a cercare di vincere (invano) la causa contro IBM, pare che MCBride abbia ricevuto un’offerta di 2 milioni di dollari dal procuratore dell’Utah per mettere fine ad un sito Web. Ma facciamo un po’ di ordine.
Come molti di noi sapranno già, nel 2003 SCO iniziò la sua causa contro IBM con l’accusa di aver infranto i diritti d’autore del codice sorgente di Unix che, stando ad alcune affermazioni della stessa SCO, sarebbe stato di proprietà dell’azienda. La causa durò parecchi anni e si concluse nel 2010, ovviamente senza dare ragione a SCO. Nell’anno precedente, proprio quando McBride avrebbe ricevuto questa presunta offerta in denaro, SCO era ancora in causa, dovendo togliere di tasca cifre non poi così abbordabili per poter pagare lo staff di avvocati intenti a seguire la causa.
Pur trovandosi in una palese situazione di crisi aziendale, pare che McBride rifiutò l’offerta. Ma perché una cifra così alta solo per chiudere un sito Web? Oltre a portare avanti la sua battaglia legale, SCO era impegnata anche a recuperare soldi dai suoi debitori e fra questi c’era anche un grosso uomo d’affari, Mark Robbins. McBride aveva dunque istituito un sito Web, battezzato come Skyline Cowboy, per cercare di ridicolizzare la figura di Robbins. Ma Mark Shurtleff, allora procuratore generale dell’Utah, avrebbe offerto la cifra per spingere McBride a mettere fine al sito Web.
Ed oggi, a distanza di anni, la vicenda è uscita fuori anche perché, a quanto pare, McBride all’epoca dei fatti registrò tutte le conversazioni telefoniche intercorse. Gli agenti federali stanno dunque indagando sulla presunta cattiva condotta di Mark Shurtleff che comunque attualmente non riveste più la figura di procuratore generale.
Fonte: Ars Technica