Jolla è pronta a produrre il primo tablet equipaggiato con Sailfish OS. Per farlo, ha avviato una campagna di crowdfounding che ha ottenuto un risultato che si commenta da solo. Il nuovo sistema operativo piace agli utenti? Con ogni probabilità, sì.
Nell’infinito universo fatto di mille minori sistemi operativi mobile che ormai spuntano come i funghi, l’unico che apparentemente sembra essersi ritagliato la sua piccola fetta di mercato è Firefox OS. Nei Paesi emergenti è già boom, in Italia, invece, qualche firefoxfonino si vede, ma nulla di particolarmente rilevante. Ma accanto a Firefox OS c’è un altro sistema mobile, poco considerato in Italia così come in Europa. Molto di nicchia, almeno per ora, e attorno al quale, purtroppo, ruotano parecchi pareri negativi. C’è chi lo definisce solo come un fuoco di paglia e chi, invece, lo ritiene una brutta copia di Windows Phone. Stiamo parlando di Sailfish OS, il sistema mobile sviluppato da Jolla e nato dalle ceneri del vero fuoco di paglia degli ultimi 10 anni, MeeGo. Se Sailfish OS possa realmente diventare un grande sistema mobile o se si dimostrerà davvero un fiasco, non possiamo dirlo. Ma, limitandoci ad analizzare la nuova campagna di crowdfounding che Jolla ha lanciato, qualche risposta (o meglio, intuizione) è possibile averla.
Solo 2 giorni fa, l’azienda finlandese ha lanciato il suo nuovo progetto su IndieGoGo. L’obiettivo? Produrre il primo tablet equipaggiato con Sailfish OS. L’esperimento dello smartphone non ha ottenuto poi così tanto successo, quindi per quale motivo un tablet dovrebbe cambiare le cose? Beh, sta di fatto che per capire se Sailfish OS è apprezzato o meno, basta guardare la cifra che Jolla è riuscita a raccogliere: il goal, fissato a 380.000 dollari (mica bruscolini!) non è stato solo raggiunto, ma addirittura quasi triplicato. E se non è questo un segno di altro gradimento da parte degli utenti…
Ed è così che il Jolla Tablet incomincerà ad essere spedito in ogni angolo di mondo presumibilmente entro il primo quadrimestre del 2015. Ma quello che ci chiediamo ora è: cos’è che ha spinto gli utenti a finanziare questo progetto? Dando un’occhiata alla campagna pubblicata su IndieGoGo si scopre che con 189 dollari (divenuti poi 209) gli utenti possono pre-ordinarne un esemplare. Una cifra invitante sì, ma non così tanto differente da quella necessaria per portarsi a casa un tablet dotato più o meno dello stesso hardware ma equipaggiato con un bel più diffuso, performante e solido Android (pensiamo ad esempio ad un Nexus 7). Il Jolla Tablet, infatti, è equipaggiato con un processore Intel Atom, 2 GB di memoria RAM, una fotocamera posteriore da 5 Mpixel, una anteriore da 2 Mpixel e un display IPS (2048 x 1536 pixel) con diagonale da 7,85 pollici. Nulla di particolarmente entusiasmante o, per lo meno, nulla che non sia già presente nel mercato (magari non alla stessa cifra, ma ad una simile sì).
Dunque, la risposta sembra del tutto chiara: ciò che spinge gli utenti a fidarsi del Jolla Tablet è il suo sistema operativo, Sailfish OS appunto. Dopotutto, il pericolo di non poter avviare le proprie apps preferite è scampato grazie alla piena compatibilità con i software Android. Ma al tempo stesso Sailfish OS va a “correggere” quelle piccole pecche che il sistema operativo di casa Google non ha mai sistemato. Pensiamo ad esempio al multitasking. In Sailfish OS tutte le applicazioni aperte vengono elencate direttamente nella home e basta un tap per renderle nuovamente subito operative, proprio come le avevamo lasciate. In Android, come molti di noi sapranno, è un po’ diverso (così come in Windows Phone e iOS).
È dunque il multitasking la chiave di svolta? Chi lo sa. Sta di fatto che il risultato della campagna crowdfounding di Jolla si commenta da solo.
Fonte: Liliputing