Da svariati anni la sfida all’ambiente desktop più ergonomico, completo e funzionale sta andando avanti tra due principali contendenti; da un lato il desktop del “drago” KDE sviluppato sulle librerie Qt e dall’altro lato l’ambiente del “piedone” Gnome basato sulle librerie GTK 2. L’open source, però, sa fornire valide alternative, e a coloro i quali volessero provare un ambiente alternativo non hanno che da scegliere tra le diverse offerte ma se in questa scelta dovessero propendere per la qualità, la completezza, l’eleganza e la leggerezza allora il dito non può che indicare Xfce! L’ultima release 4.6 promette davvero un gran bene. Capiamo perché.
Basato sulle librerie GTK 2 (le stesse di Gnome), l’ambiente del “topo” (questa è la “mascotte” del progetto) è sviluppato avendo come base di partenza gli aggettivi di cui sopra e per far questo gli sviluppatori hanno dato un taglio modulare all’ambiente si tale da caricare, al bisogno, solo ciò di cui si necessita preservando, quindi, la velocità (oltreché la memoria utilizzata) e rendendolo idoneo a sistemi anche datati con (relative) poche risorse.
1) IL LOOK DI XFCE
Al momento della stesura di questo articolo solo due distribuzioni hanno la nuova versione di Xfce già pronta all’uso e sono la Zenwalk 6.0 RC1 e la Mandriva in versione Cooker 2009.1 con un annuncio di un backporting nei prossimi giorni per la 2009.0 ma siamo sicuri, vista la validità del nuovo ambiente, che ben presto anche molte altre distribuzioni si metteranno al passo con la nuova versione. Una delle cose che impressiona di un desktop come Xfce è l’alta possibilità di personalizzazioni ad iniziare dall’aspetto grafico.
Di default si possono scegliere svariati sfondi molto accattivanti e in più il pannello dedicato integra un controllo di luminosità e gradiente sull’immagine sfruttando gli appositi slider visibili. In questo stesso pannello attraverso i relativi tab si può controllare il menù di sistema e gestire le icone.
Ma un buon ambiente desktop deve poter fornire strumenti necessari alla grafica degli elementi citati e nel pannello Appearance possiamo personalizzare/scegliere lo stile, le icone, i font e ulteriori impostazioni comprendendo la capacità di utilizzare anche l’anti aliasing sui caratteri.
Per cambiare lo stile del desktop è sufficiente andare sul tab Style nel Gestore delle Finestre e scegliere quello che più ci interessa. Nello stesso pannello potremo scegliere la posizione del titolo della finestra (a destra, a sinistra o al centro come in figura) e il tipo di font da utilizzare.
Gli spazi di lavoro, attraverso l’omonimo pannello, possono essere personalizzati indicando con i relativi numeri le parti dove le varie finestre non devono andare a coprire; questa funzione potrebbe rivelarsi utile, ad esempio, per lasciare libera la zona dove sono presenti le icone sul desktop qualora avessimo l’abitudine di sistemarle lungo la periferia del desktop.
Ulteriore capacità, in verità presente già dalla versione 4.2, è la gestione delle trasparenze abilitando l’estensione composite nel tab Compositor del pannello Window Manager Tweaks.
2) (ALCUNE) FUNZIONI AVANZATE
Le voci e i pannelli fin qui elencati (la cui lista non è esaustiva) sono raggiungibili attraverso il menù di sistema oppure utilizzando il più generico Desktop Settings.
Da questo pannello si può accedere ad ulteriori voci oltre a quelle elencate, e per la parte grafica (ad esempio Screensaver e Display per impostare la risoluzione e la frequenza di refresh) così come alla attivazione della gestione della energia, agli spazi di lavoro, alle funzioni del mouse etc.
Naturalmente non esiste solo il look dell’ambiente desktop, ma anche altre funzioni utili ad una sua maggiore “ergonomia” e adattabilità all’utente quali il focus automatico, il passaggio da uno spazio di lavoro all’altro attraverso la rotella del mouse etc. Il focus del mouse (se automatico o meno) così come il suo ritardo può essere impostato nel pannello Gestore di Finestre.
Ma è il Control Panel il cuore delle impostazioni a “basso livello” per le quali, naturalmente, occorrono i diritti di amministratore; profili utenti, gestione dei pacchetti (nello specifico con Netpkg perché la distribuzione oggetto della prova è stata una Zenwalk), servizi di sistema, rete, gestione dei dischi etc.
3) ALTRE CARATTERISTICHE
Per la gestione dei file se Gnome ha Nautilus e KDE ha Konqueror (Dolphin per la versione 4), l’ambiente Xfce che programma presenta? Il suo nome è Thunar.
E’ possibile gestirne il comportamento e la visualizzazione dei file e delle cartelle attraverso le relative preferenze che è possibile raggiungere dal menù Modifica.
Riscritta da zero la sezione audio di Xfce la quale, attraverso il suo mixer, ora si appoggia al framework Gstreamer per una migliore e più facile gestione del multimedia.
Cliccando sull’icona Select Controls possiamo impostare i vari slider a seconda delle caratteristiche della nostra scheda audio. Altra miglioria degna di nota è il pannello Sessioni e Avvio; nel tab Sessione possiamo scegliere se chiudere un’applicazione oppure le modalità di (ri)avvio di alcune di esse, ad esempio dei componenti principali di Xfce al fine di evitare, in caso di crash, di rimanere senza l’ambiente desktop (o parti importanti di esso).
Tutte le impostazioni dell’ambiente sono immagazzinate all’interno del file Xfconf. E’ possibile agire su di esso senza la necessità di dover metter mano ad un editor di testi specifico: attraverso il Settings Editor andiamo a modificare direttamente questo file (relativo solo al nostro utente). Le diverse voci nel pannello di sinistra definiscono le varie zone (mixer, desktop, layout della tastiera etc).
Molte altre sono le funzioni e le novità (“nascoste” e/o più evidenti) che accompagnano questo nuovo rilascio che lasciamo a voi il compito di scoprire e provare e di lasciare le vostre impressioni. Un “difetto” che balza subito all’occhio, e per il quale siamo convinti che verrà risolto quanto prima, è la parziale traduzione in Italiano dell’ambiente in alcune sue piccole parti (tab, nome pannello etc).
Se qualcuno vuole/può dare una mano può unirsi al gruppo dei traduttori.