L’azienda dal cappello rosso ha deciso di non rendere più disponibili i sorgenti delle patch per il kernel scritte dai suoi sviluppatori. Il motivo? C’è Oracle in agguato!
Red Hat, così come abbiamo già avuto modo di scrivere in passato, è sicuramente l’azienda che più delle altre contribuisce allo sviluppo del kernel Linux e alla diffusione della filosofia che ruota attorno ad esso. Infatti, nonostante l’azienda abbia creato un sistema operativo commerciale (Red Hat Enterprise Linux) ha autorizzato, e senza nemmeno troppi problemi, la diffusione di diverse varianti “gratuite” del suo prodotto.
Stiamo ovviamente parlando di CentOS e Scientific Linux. Ultimamente, però, anche Oracle è entrata nel settore delle distribuzioni Linux Enterprise grazie a Unbreakable Linux, anch’essa quasi completamente basata su RHEL. Ma attenzione: se nei primi due casi Red Hat non si è mai fatta problemi, nell’ultimo ha da poco cominciato ad alzare la voce.
Visto che RHEL funziona egregiamente soprattutto grazie alle patch per il kernel Linux scritte dai dipendenti Red Hat, l’azienda dal cappello rosso ha deciso di cessarne la distribuzione dei sorgenti a partire dalla major release 6, offuscando così il suo codice ad un pericoloso concorrente come Oracle. Ovviamente la mossa non è stata presa molto bene dagli appassionati all’universo opensource e anche gli sviluppatori pare siano ancora increduli per questo “ordine impartito dall’alto” ma … voi cosa avreste fatto al posto di Red Hat?