Dal suo debutto ad oggi, il mini PC ha davvero stregato il mondo intero. In circa 2 anni sono state vendute più di 5 milioni di unità. Una media di quasi 7.000 al giorno.
Un computer a basso costo, a basso consumo, dalle piccolissime dimensioni e adatto agli usi più disparati: sono questi i veri punti di forza del Raspberry Pi, 1 o 2 che sia, e che ormai da più di due anni (il suo debutto ufficiale risale infatti al 2012) sono sulla bocca di tutti gli appassionati di informatica.
Dopotutto, con soli 35 dollari qualsiasi utente può portarsi a casa un dispositivo ARM compatibile con una varietà di distribuzioni Linux e, nel caso del più recente Raspberry Pi 2, anche con Windows 10 (per chi ne fosse interessato).
Sta di fatto che la vita è davvero strana. Basta poco per cambiare completamente l’andamento delle cose. Basti pensare che il Raspberry Pi nasce essenzialmente per far si che gli insegnanti e studenti potessero esplorare più facilmente il mondo dell’informatica e della programmazione. Un concetto, questo, che ormai è stato dimenticato dalla quasi totalità degli utenti. Hacker e appassionati del fai da te, infatti, acquistano un Raspberry Pi per metter su un media center, un file server, un sistema di videosorveglianza e chi più ne ha più ne metta.
Eppure, di device simil Raspberry ce ne sono di diversi, con costi superiori o inferiori. Ma, non sono prodotti che vanno. Perché? Semplicemente perché quando hai un Raspberry Pi e sai che accanto a te ci sono altri 5 milioni di utenti che lavorano sulla tua stessa piattaforma, ti senti più al sicuro, meno solo e pronto a chiedere aiuto cosciente di ricevere sicuramente una risposta. Già, perché è di poche ore fa la notizia, diramata dalla stessa Raspberry Pi Foundation che dal 2012 ad oggi sono state commercializzate più di 5 milioni di unità. Decisamente un bel traguardo, destinato sicuramente a salire in breve tempo: il Raspberry Pi 2, infatti, è disponibile solo da poche settimane (leggi, Raspberry Pi 2: adesso si fa sul serio!).
Fonte: Liliputing