È di poche ore fa la sconcertante notizia che potrebbe vietare a chiunque l’utilizzo del nome “Python” per identificare il linguaggio di programmazione libero. A voler registrare il marchio è Veber, un’azienda del Regno Unito che utilizza questo nome per identificare un servizio cloud proprietario.
Chi di noi non conosce o ha quantomeno sentito parlare di Python? Si tratta infatti di un diffusissimo linguaggio di scripting molto usato nel mondo Linux e non solo. In questi giorni, però, per la Python Software Foundation c’è una dura battaglia da portare avanti, questa volta con tribunali e avvocati.
A quanto pare, infatti, una società europea, Veber, sta cercando di rivendicare proprio il nome “Python”, utilizzato da quest’azienda per identificare un servizio cloud lanciato principalmente nel Regno Unito.
Nel caso in cui ci riuscisse, nessuno potrebbe utilizzare la parola “Python” senza l’espresso consenso di Veber.
La fondazione proprio non ci sta e a denti stretti sta cercando in tutti i modi di difendere il buon nome del linguaggio di programmazione. A tale scopo, la PSF ha chiesto lettere a tutti gli utenti fedeli nelle quali descrivere come le loro aziende utilizzino Python per far capire quale sia il vero “pitone” conosciuto a livello mondiale. Inoltre, pare stia raccogliendo anche libri, riviste, annunci di lavoro e qualsiasi altro materiale pubblicato in Europa nel quale si fa riferimento al linguaggio Python.
Ma la Python Software Foundation ha anche bisogno di donazioni finanziare per poter mandare avanti questa causa e presentare un ricco e documentato ricorso.
Non resta che attendere ulteriori sviluppi.
Fonte: The Register