Dando un’occhiata alle statistiche relative al mercato dei sistemi operativi è possibile constatare come Linux detenga una piccola percentuale del mercato dei desktop (a gennaio la percentuale ammonta allo 0.67%) ed è evidente la scarsa popolarità tra gli utenti di personal computer. Con questo articolo non si cerca di prevedere il futuro di Linux ma capire il motivo per cui alcuni utenti si innamorano follemente di Linux.
Provando a porre un tal quesito ad un utente o a un sostenitore Linux, si ottorrebbe una vasta gamma di risposte. Alcune delle risposte più comuni sono le seguenti:
- E’ possibile utilizzarlo senza pagare alcunché
- E’ open source, GPL
- Quelli di Microsoft sono malefici e mangiano i gatti
- Esiste il rischio di essere etichettati come conformisti qualora si faccia uso di Windows
- E’ possibile personalizzarlo a proprio piacimento
- Il supporto è stupefacente
- Dà la possibilità di distinguersi dalla massa
- Ripugnanza verso la pratica dello shopping del software
La ragione reale è un minestrone realizzato con tutti gli ingredienti sopra menzionati: sono sicuro che la quasi totalità degli utenti Linux si sia cimentata almeno una volta nella personalizzazione del proprio sistema con temi, gestori di finestre o, nel caso di utenti più smaliziati, anche la modifica di qualche riga di codice.
In Italia, inoltre, c’è un forte interesse nei confronti dei desktop manager, come ad esempio Compiz che riesce ad attirare un sacco di utenti tramite gli accattivanti screenshots presenti sul sito. Non penso che esista utente Linux (escludendo i newbie) che non apprezzi la semplicità e la comodità della configurazione del sistema basata sui file di testo. Inoltre per uno sviuppatore è una manna dal cielo sapere che si possiede il codice sorgente degli applicativi che si utilizzano nell’eventualità decida di sporcarsi le mani e personalizzarli e/o migliorarli per i propri scopi.
Tutto ciò alimenta il fervente movimento che al giorno d’oggi ruota attorno a Linux.
di Francesco Argese - TuxJournal.net