L’Istituto di Istruzione Secondaria “Ettore Majorana” di Gela ci mette a conoscenza di una loro stupenda iniziativa per promuovere l’utilizzo di software open source e del sistema operativo GNU/Linux. Ci sono 27 validi motivi per “innamorarsi di Linux”, si legge sul sito, noi ve ne proponiamo due.
I° Motivo: Linux e non più catene
Linux e il software “Open Source” sono “liberi” e, per essi, la licenza più comune è la GPL (General Public Licence). Questa licenza permette a chiunque di copiare il software, vedere il codice sorgente (la “ricetta”), modificarlo, e ridistribuirlo (non di venderlo in quanto non vendibile). Torniamo a noi potremmo chiederci: .. ma che ti interessa della libertà? Potrei rispondere: immagina che Microsoft scompaia domani (ok, magari non proprio, ma tra 5 o 10 anni, forse?). Oppure immagina che triplichi improvvisamente il prezzo di una licenza di Windows o Office.
Se sei legato a Windows, non c’è nulla che tu possa fare. In questo caso tu e il tuo lavoro dipendete da questa azienda, dal suo software. In pratica, non puoi far funzionare nulla senza di esso (a che serve un computer senza sistema operativo?).
Non è un problema serio? Mai dipendere da una sola fonte!! Se Microsoft decidesse di vendere la prossima copia di Windows a 5000 €, non c’è niente che tu possa fare (eccetto che passare a Linux, ovviamente). Con l’Open Source, se un particolare progetto o azienda muore, tutto il codice rimane alla comunità in quanto aperto e libero, quindi sarà possibile continuare a migliorarlo.
II° Motivo: Aiuta l’Italia a risparmiare
Se usi software libero, ottieni un risparmio doppio. Supponiamo che acquisti il software che ti serve per utilizzare il computer, tu penserai di avere speso 1.000 euro, ossia il costo dei programmi. In realtà le cose non stanno così. Vediamo perché. Microsoft è un’azienda USA e il suo successo giova molto all’economia americana. Ma, se non vivi in America, quando acquisti software proprietario (come Windows, Microsoft Office, ecc..), circa il 70% del denaro va all’estero, quel denaro lascia il tuo Paese. Questo vale a maggior ragione per la pubblica amministrazione, che gestisce denaro pubblico.
Se lo Stato spende 1.000 euro, che restano in Italia, avrà fatto un buon investimento, infatti, restando nella nazione ridurranno la disoccupazione ed aumenteranno la ricchezza della popolazione. Significherà, conseguentemente, risparmio per aiuti sociali, per cassa integrazione, e via dicendo. Anzi quei soldi ritorneranno, in parte, allo Stato, sotto forma di tasse, in quanto avevano prodotto lavoro e ricchezza. Se invece i 1.000 euro vanno all’estero, allora la spesa è doppia perché, quei soldi, sono improduttivi e lo Stato avrà bisogno di reperire altrettanto denaro per gli investimenti prima mancati.
Quindi oltre il danno, anche la beffa. In definitiva, il software sarà costato non 1.000, ma 1.700 euro. Qualcuno potrebbe dire: ..ma io non sono mica lo Stato. Sbagliato, lo Stato prende i soldi proprio da te, sotto forma di tasse, quindi pagherai anche tu quei soldi volati via e non investiti in Italia.
Tutti gli altri motivi sono presenti su questa pagina. Noi di TuxJournal non possiamo far altro che fare un plauso ai ragazzi dell’Istituto Majorana per questa lodevole iniziativa.
di Vincenzo Ciaglia - TuxJournal.net