IBM aveva tirato troppo la corda e così, in un batter d’occhio, Oracle ha acquistato Sun Microsystem per la “modica” cifra di per 7,4 miliardi di dollari. Ed ora, che futuro avranno Java, OpenOffice.org, OpenSolaris ma soprattutto MySQL? C’è da preoccuparsi per i prodotti che hanno fatto la storia dell’open source? Analizziamo, con un occhio critico, quale potrebbe essere lo scenario del mercato software entro i prossimi mesi.
Cominciamo subito parlando di Java, l’unica tecnologia che nelle mani di Oracle non potrebbe far altro che migliorare. L’accoppiata Java-Oracle è senz’altro sinonimo di successo, considerata anche l’importanza che ha il linguaggio di programmazione per l’intero business del “nuovo proprietario”. E’ forse anche per questo motivo che il CEO Oracle durante la conferenza stampa ha dichiarato che ora la sua azienda è in grado di competere con chiunque sia nel settore server che software. Già, proprio il settore server: per la prima volta l’azienda americana potrà veramente dire la sua anche in un segmento storicamente dominato da colossi del calibro di IBM, HP e Dell.
Ed ora viene il peggio. Visto che l’accoppiata Java-Oracle è destinata a mietere vittime tra i concorrenti, cosa ne sarà di MySQL? Si potrebbero fare tante ipotesi, c’è addirittura chi pronostica una morte quasi imminente, altri pensano che il prodotto debba soltanto agonizzare per qualche altro mese. In effetti non riesco proprio a capire cosa possa farsene ora Oracle di MySQL, per di più un concorrente open source e utilizzato da una fetta sempre più consistente di clienti e sviluppatori. Per carpirci: molte medie e piccole aziende sono passate a MySQL proprio per risparmiare gli esosi costi di licenza Oracle.
Lo stesso Larry Ellison ha dichiarato che nessuno dovrà temere per le sorti di MySQL, continuerà ad essere sviluppato parallelamente agli altri prodotti offerti dal colosso. C’è da crederci? Forse, considerano anche il modello di business di Oracle improntato sulle licenze, è il caso di metterci una pietra sopra e passare a PostgreSQL. Certo, è un tantino più difficile da maneggiare ma come prestazioni non ha veramente nulla da invidiare al ben più blasonato avversario open source.
Un altro angoscioso dilemma è rappresentato da OpenOffice. Cosa ne sarà della nostra tanto amata suite per l’ufficio opensource ora che Oracle ha già dichiarato che nei prossimi mesi dovrà far quadrare i conti di un’azienda quasi allo sbando? Sicuramente saranno tagliate molte risorse e non è detto che gli sviluppi possano arrestarsi in maniera preoccupante. In una mia recente chiacchierata con Tristan Nitot di Mozilla Europe è saltata fuori una discussione molto interessante che, almeno in questa occasione, arriva come il cacio sui maccheroni. In questi casi non c’è da preoccuparsi per le sorti di prodotto (MySQL o OpenOffice che esso sia): nella peggiore delle ipotesi ci sarà sempre qualcun altro disposto a crearne un fork e a portare avanti lo sviluppo. E’ questo il bello della GPL.
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- A cura di Vincenzo Ciaglia