Subito dopo l’acquisizione di Sun da parte di Oracle, in molti avevano previsto che le politiche opensource dell’azienda proprietaria di tecnologie quali Java, OpenOffice e Solaris sarebbero cambiate.
Ed in effetti, purtroppo, lo stop al supporto ad uno dei progetti su cui Sun avevo investito maggiormente negli ultimi anni - OpenSolaris - è proprio la prova che le intenzioni di Oracle non sono le stesse dell’azienda che sviluppava anche MySQL. OpenSolaris sarebbe dovuto diventare il sistema operativo opensource di punta di Sun, un sistema che col passare degli anni si sarebbe sicuramente posto come valida alternativa ad altri progetti basati su Linux quali Fedora, openSUSE oppure basati su *BSD. Ma invece niente. Stop. Fine dei giochi. Addio.
Anzi no! Dopo la morte di OpenSolaris alcuni sviluppatori indipendenti ne hanno ripreso lo sviluppo, prima rilasciando il fork Illumos, e poi il più promettente OpenIndiana. La prima versione funzionante, ma ancora in piena fase di sviluppo, di OpenIndiana è stata rilasciata da poche ore. L’obiettivo di questo nuovo progetto è diventare una distribuzione desktop basata completamente su OpenSolaris, una sorte di base (come lo è ad esempio Debian con Ubuntu) per distribuzioni future. Riuscirà OpenSolaris a risorgere o quantomeno a decollare definitivamente?