Poco? Molto? Sicuramente non è indifferente. Probabilmente potrebbe essere definito un fastidio lento ma costante. Focalizzando l’attenzione sul sistema GNU/Linux, il fastidio è sicuramente alto.
Negli ultimi anni, il pinguino si sta diffondendo tra gli utenti con una certa insistenza e per questo, in casa Microsoft, non sono stati a guardare, vedendo minata la propria posizione monopolistica e i relativi introiti.
Per non perdere terreno nel settore business, la società fondata da Bill Gates ha creato qualche anno fa una contorta pubblicità-paragone: “Get the Facts”. Facendo riferimento a studi effettuati da terze società, si mostrava ai potenziali clienti, e non, come la gestione di un sistema Windows in una azienda fosse più economica di una GNU/Linux.
Questa campagna denigratoria, fondata su dati utilizzati ad arte, uniti a falsi miti sul pinguino, è andata avanti per anni per poi cambiare in “Compare“, una campagna più soft della precedente, che mira a fare dei paragoni oggettivi tra il sistema operativo Microsoft e quello Linux. Distribuzioni desktop come Debian, Fedora, Ubuntu, OpenSuSE, Mandriva - solo per citare le più famose - sono molto valenti e potrebbero in futuro attaccare in modo pesante quel 90% di pc di fascia domestica in mano Microsoft. E questo provoca fastidio a tal punto da aver spinto Brad Smith, un avvocato di Microsoft, a dichiarare che il software Open source viola ben 235 brevetti di loro proprietà. Ovviamente, quali siano di preciso non è dato saperlo.
Focalizzando l’attenzione sulle società che supportano e sviluppano Linux, anche qui il fastidio sembra essere alto. Red hat, prima società che ha offerto soluzioni open source, da anni con la sua Red hat Enterprise Linux è un grande fastidio per Windows nel settore enterprise. La validità e la stabilità del sistema operativo della società dal cappello rosso ha infatti convinto molte aziende ad utilizzarlo, e la cosa non tende a diminuire, portando questa società a raggiungere dei profitti molto alti. Stessa cosa per società del calibro di IBM, il vero grande nemico di casa Microsoft, sia per le idee che per il fatturato.
Big blue, grazie ai suoi servizi, i suoi prodotti e il suo appoggio ai sistemi enterprise Red Hat e Novell, è un grosso fastidio in quanto mina su più fronti il territorio dell’azienda fondata da Bill Gates. Ubuntu, dal canto suo, batte Microsoft sulla localizzazione, creando team in diverse lingue e supportando anche quelle in minoranza - basti pensare che in India ci sono centinaia di lingue tra ufficiali e non. In questo modo, grazie all’Open Source, le popolazioni appartenenti a queste minoranze linguistiche, possono avere un supporto nella loro lingua.
Focalizzando l’attenzione sulle applicazioni, anche qui ci sono dei concorrenti agguerriti che provocano fastidio. Una su tutte è Mozilla che, grazie al suo browser Firefox, mensilmente porta via ad Internet Explorer decine e decine di utenti, riducendo sempre di più la percentuale di utilizzo, a livello globale, del browser made in Microsoft. Sun e IBM supportano attivamente OpenOffice, l’alternativa gratuita a MS Office e, per ora, l’unica suite a supportare lo standard OpenDocument. IBM, non contenta di questo, ha dichiarato guerra anche per conto suo, creando una propria suite per l’ufficio chiamata Symphony, basata su OpenOffice.org, creata appositamente per le aziende.
Questi sono solo alcuni esempi, come si può notare, di una crescente e viva competizione da parte dell’Open Source nei confronti di Microsoft. Il termine volontariamente provocatorio “fastidio” potrebbe essere chiamato “competizione”. Ed è un termine al quale Microsoft si dovrà abituare perchè l’Open Source sicuramente le darà filo da torcere. E questo permetterà a tutti gli utenti di avere dei prodotti sempre migliori.
di Gianfranco Limardo - TuxJournal.net