Passare al software libero permetterebbe di risparmiare decisamente poco rispetto alle aspettative e potrebbe anche portare il governo a non ottenere i risultati sperati.
Nonostante un bel po’ di Borse mondiali si siano decise a migrare a GNU/Linux per risparmiare sui costi di licenze software e per migliorare le performance delle loro infrastrutture IT c’è chi, come il governo olandese, pensa che il software opensource non porti grossi risparmi alle case dello Stato. Proprio così: un’indagine fatta dalla Dutch General Audit Chamber (GAC) per capire quali potessero essere i reali vantaggi di una eventuale migrazione al software libero ha concluso che, per il momento, non ci sono prove evidenti dei benefici derivanti dall’utilizzo di quest’ultimo.
In particolare, dei 2.1 miliardi di euro annui investiti dal governo nel settore IT, solo 88 milioni sono relativi ai costi di licenza e 170 milioni ai costi di mantenimento. Ciò significa che rimangono diverse centinaia di milioni di euro ancora da spendere. La conclusione dell’indagine è semplice: se i soldi da investire non sono un problema e migrare al software libero comporterebbe un risparmio di soli pochi spiccioli, perché cambiare - a livello di prestazioni e usabilità - il certo (Windows) con l’incerto (GNU/Linux)? Cosa ne pensate?