La guerra dei player multimediali disponibili per GNU/Linux continua. Minirok è stato creato utilizzando le librerie Qt3 e solo nel giungo di quest’anno ne è stato fatto il porting alle Qt4. Analizziamo le peculiarità di questo programma ben consci che ci troviamo, così come per Minitube, davanti ad un player con assolutamente il minimo delle caratteristiche indispensabili pertanto non aspettiamoci scintille, ma potrebbe darsi che questo possa essere proprio quel programma semplice di cui eravamo alla ricerca da un po’ di tempo.
1) Installiamo Minirok
Una applicazione veramente minimalista per coloro i quali vogliono “solo” ascoltare la propria collezione musicale soprattutto se “odiano” le nuove versioni dei player con quella miriade di funzioni attivate di default che vengono utilizzate solo da una (relativamente) bassa percentuale di utenti mentre per molti altri non verranno mai utilizzate! Si perché con Minirok l’offerta è ridotta ad un player con qualche opzione, tutto sommato gradita, quale la inevitabile gestione delle playlist, le skin, e la funzione di scrubbler per Last.fm. Il tutto pienamente integrato nell’ambiente KDE4. Ma passiamo all’installazione del programma; al momento non tutte le distribuzioni lo implementano e allora in questi casi o ci si rivolge a pacchetti di “terze parti” e se ancora non si trova il programma, qualora lo si volesse provare, si può optare direttamente per i sorgenti.
Minirok è scritto interamente in Python e necessita dei framework PyQT e PyKDE4; naturalmente a seconda delle distribuzioni si possono avere nomi differenti, ad esempio Python-Qt4 e Python-Kde4 rispettivamente. A queste dipendenze, che naturalmente riguardano l’aspetto grafico, vanno aggiunte le librerie relative al “motore” tra le quali ricordiamo Mutagen ovvero un lettore di metadati audio (tag) anche esso scritto in Python e che supporta in lettura ID3v1.1, ID3v2.2, ID3v2.3, ID3v2.4, APEv2e FLAC, mentre in scrittura ID3v1.1, ID3v2.4, APEv2 e FLAC. Infine, Minirok si appoggia al framework GStreamer e pertanto occorre installare tutti i plugin per il supporto ai diversi formati, ovvero; il binding python-gst (in alcune distribuzioni è noto come gstreamer-python), gstreamer-plugins-good e gstreamer-plugins-ugly per il formato mp3 e FLAC, gstreamer-plugins-base per l’ogg vorbis/theora e gstreamer-plugins-bad per l’mpc (musepack). Opzionalmente si può aggiungere python-dbus un binding dbus per l’uso di programmi scritti in Python e lastfmsubmitd con il quale è possibile gestire tutti gli aspetti relativi ai dati di scrobbling con Last.fm.
Naturalmente è opportuno gestire tutte queste dipendenze con il gestore dei pacchetti della propria distribuzione poiché ognuno dei programmi riportati, a seconda dello “stato di installazione” della propria distribuzione, potrebbe portarsi dietro un certo numero più o meno elevato di dipendenze. In tutti quei casi nei quali, gioco forza, si dovesse optare per i sorgenti ricordiamoci di installare si le librerie delle dipendenze, ma a questi dobbiamo aggiungere gli omologhi pacchetti con suffisso -dev o -devel a seconda della distribuzione e laddove previsto. L’installazione da sorgenti è piuttosto semplice e immediata; è sufficiente scaricare Minirok nell’ultima versione rilasciata (la 2.0 al momento della stesura di questo articolo), decomprimere il pacchetto;
tar xzvf minirok-2.0.tar.gz
entrare nella cartella creata dalla decompressione;
cd minirok-2.0
e lanciare, con i privilegi dell’amministratore, il comando;
./setup.sh install
con il quale verrà installato un collegamento di nome minirok in /usr/bin che punta a /usr/share/minirok/minirok.py. A questo punto da una shell, oppure creando una opportuna voce sul desktop e/o nel menù, è possibile lanciare il player che si presenterà come visibile in figura con una interfaccia che, almeno nella disposizione dei pannelli, ricorda una sorta di versione minimale di Amarok in versione 1.x.