Lo studio, in collaborazione con il professor Alan MacCormack della Harvard Business School, in collaborazione con la Keystone Stategy, è intitolato “Una carta dei diritti degli sviluppatori: cosa vogliano gli sviluppatori open source da una licenza software“.
Questo studio pare sia stato approvato una settimana dopo che la Microsoft cominciasse la sua ennesima guerra contro i brevetti software. Visto che GNU/Linux non è l’unico e solo obiettivo della campagna di desensibilizzazione questa volta pare che anche la famigerata licenza GPLv3 (General Public License, version 3) abbia qualcosa che non va, sempre secondo loro. Pare infatti che all’interno dell’ultimo draft della licenza siano presenti dei punti che non consentirebbero alla Microsoft di ricorrere ad eventuali altre guerre contro i brevetti software.
In più, secondo Richard Fontana, consulente legale del Software Freedom Law Center, l’accordo siglato qualche tempo fa da Microsoft e Novell sulla regolazione dell’uso dei brevetti porti la stessa Microsoft a diventare a tutti gli effetti uno società fornitrice di software Linux e dunque a tutti gli effetti soggetta alle regole della GPL.
Domanda: Ora vi è più chiaro perchè “gli sviluppatori non vogliono la GPLv3” ?
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