La prossima versione della distribuzione francese dovrebbe includere un bel po’ di novità, a partire dai tempi di boot migliorati.
Mandriva è stata sicuramente una delle distribuzioni più gettonate e utilizzate dagli utenti alle prime armi prima dell’avvento di sistemi come Ubuntu. La distribuzione francese, dunque, malgrado riesca sempre a svolgere un ottimo lavoro su ogni release stenta a raggiungere i livelli, in termini di utenti, di colossi come Ubuntu, openSUSE e Fedora. Questo per svariati motivi, ad esempio per questioni di marketing o di assenza alle proprie spalle di una azienda ricca e solida come ad esempio Red Hat. L’unica carta che può allora giocarsi Mandriva è quella di sorprendere tutti con i fatti. Proverà a farlo con la versione 2010 che, nella sua prima alpha, include aggiornamenti a KDE, GNOME e al kernel, utilizzando rispettivamente le versioni 4.3 beta 2, 2.27.3 e 2.6.30. Ma le novità non si fermano solo ai pacchetti. Per la versione finale di Mandriva 2010, prevista per metà ottobre, gli sviluppatori francesi punteranno tutto sui tempi di boot migliorati, grazie agli sforzi compiuti su Speedboot, sull’utilizzo di Plymouth e sul framework di sicurezza TOMOYO. Senza dimenticare l’inclusione di pacchetti legati al progetto Moblin. Insomma, ora resta da capire se Mandriva ce la farà o meno a portarsi al passo - sempre in termini di successo e popolarità tra i nuovi utenti GNU/Linux - di Ubuntu e Fedora.
FONTE: Phoronix
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