Da settembre l’Edisu Piemonte (l’Ente per il Diritto allo Studio Universitario) adotterà in tutti i computer presenti nelle proprie aule studio e residenze universitarie sistemi operativi open source.
A stabilirlo una delibera del Consiglio di Amministrazione datata 26 maggio 2010 che sancisce il passaggio dall’utilizzo di software proprietario (Windows) a software libero (Ubuntu, “famiglia” Linux). Una decisione che arriva dopo una battaglia di mesi condotta dagli Studenti Indipendenti (rete di collettivi universitari) tramite il loro rappresentante nel CdA dell’Edisu; un’azione costante e tenace passata per l’attivazione di commissioni ad hoc fino alla delibera finale. “Una scelta politica, quella dell’Ente, che garantirà in futuro la possibilità di risparmi evitando l’acquisto delle licenze Windows e pone l’Edisu dalla parte del software libero e per la sua diffusione”, dichiarano i promotori dell’iniziativa. Sul lato risparmi la strada non è ancora spianata, l’Edisu, in quanto ente pubblico, deve passare per i propri acquisti tramite un consorzio nazionale denominato CONSIP; ad oggi nel reperire ogni singolo PC è inevitabile acquistare anche il sistema operativo Windows per assenza di offerte in altro senso. La delibera approvata, in controtendenza con tale consuetudine, impegna il Direttore dell’Edisu ad “inviare esplicita richiesta alla CONSIP per l’effettuazione di una bando concernente la fornitura di PC e altro hardware privo di sistema operativo preinstallato”.
“In un Piemonte ed un’Italia dove a vincere sono coloro che quotidianamente alzano muri, simbolici e non, abbatterne uno che ostruiva la libera diffusione del sapere è un dato in controtendenza. Questa vittoria è anche la dimostrazione che la rappresentanza può assumere i caratteri dell’insorgenza e portare all’interno delle istituzioni temi normalmente lasciati alla porta”. Qual è la situazione nei vostri atenei?