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monty

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26 ottobre 2009 Visualizzazioni: 536 Business

L’Open Source non aiuta a risparmiare, dicono i CIO

Con la crisi economica mondiale che sembra quasi alle nostre spalle - ma forse non ancora in Italia - si cominciano a delineare alcuni aspetti dell’azienda informatica in tempo di recessione.


Nella maggior parte degli assetti IT per risparmiare sui costi software in molti hanno deciso di affidarsi al pinguino o al software opensource. GNU/Linux, tuttavia, non è riuscito a far migliorare la situazione dei bilanci, anzi, ha richiesto un notevole esborso economico. E’ questo quanto trapela da un sondaggio fra CIO (Chief Information Officer) condotto e pubblicato da silicon.com. Grazie al suo modello di licenza, che non richiede pagamenti come per il software proprietario, l’universo opensource ha però richiesto un bel po’ di sacrifici economici nelle aziende, sia a livello di personale che di infrastrutture IT. “Purtroppo i costi legati alla migrazione da un tipo di software all’altro hanno di fatti praticamente annullato qualsiasi beneficio economico nel breve periodo. E tra i dodici CIO intervistati, soltanto due si sono dichiarati soddisfatti dall’adozione di software openâ€. C’è qualcosa che non va?

TuxEuros

FONTE: Silicon.com

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  • http://www.santbaniashram.it/dass/ Dass

    “nel breve periodo…â€

    è un pò come con i pannelli solari, spendi tanto prima ma poi campi di rendita!

    • pippo

      la soluzione vincente è: software proprietario a prezzi contenuti (vedasi AppStore)

      • http://www.greenbitweb.com/blog barra

        Così hai i problemi e i costi legati al porting dell’infrastruttura da una piattaforma a un’altra e i costi di licenza! Geniale :P

        Scherzi a parte io che faccio il consulente di mestiere dico che il problema è legato alla ‘scarsa qualità’ dei sistemisti IT, almeno qui in italia siamo pieni di persone che dopo aver installato windows 4/5 volte iniziano a spacciarsi per ‘esperti sistemisti’. Questo rende difficile l’introduzione di soluzioni linux nelle piccole e medie imprese.

        Giusto qualche giorno fa ho scoperto che un’azienda che seguo passerà a un ‘nuovo ed evoluto’ software di gestione dei costi di produzione (un ERP) estremamente evoluto, con tanto di DB ACCESS al costo di svariate migliaia di euro.

        • omegaweapon

          vero, i sistemisti in italia spesso e volentieri sono gente incompetente, ma spesso e volentieri malpagata, perchè vista come un puro costo.

          quindi se sono sottopagati mi spieghi perchè dovrebbero evolvere le loro competenze?
          chi gliela fa fare?

          • bruno

            Il problema del sistemista è di tipo accademico e contrattuale.
            Accademico perchè non è sufficientemente chiara anche dal punto di vista scolastico la differenza tra un utilizzatore di PC, un power user, un programmatore, un sistemista.
            Che sappia io non c’è un istituto tecnico ne una facoltà che riesca a preparare un sistemista.

            Personalmente mi ritengo un “â€â€â€â€â€sistemistaâ€â€â€â€â€â€ (fra molte virgolette) solo perchè ho più competenze di altri nel settore, ma non riesco nemmeno a spiegarlo ai colleghi tanto sono estranei agli argomenti.

            Dal punto di vista contrattuale (competenze/retribuzione) stiamo messi pure peggio.

        • http://www.marionline.it MarioS

          Software evoluto che si basa su DB MS ACCESS? Access non è un database!!!

  • JustB

    Quoto Dass.
    �? un ragionamento sbagliato: è come se io acquistassi una macchina a metano e subito dopo averla comprata dicessi “Eh, però questa macchina a metano non mi sta facendo risparmiare per nienteâ€.

  • http://www.mte90.net Mte90

    Si infatti non si può prendere che da subito cambia tutto!
    Con l’open source una volta ke funziona funziona non devi più aggiornarlo frequentemente e può lavorare tranquillamente mentre windows no.

  • http://francovite.com Franco Vite

    C’è qualcosa che non va?

    Si, che se migri un’intera azienda da un sistema all’altro, non puoi sperare che tutto giri liscio come l’olio subito.
    C’è da ammortizzare i costi - cosa che non è immediata, ma di medio periodo - c’è da far abituare la gente ad un sistema nuovo, c’è da formare il personale, etc etc.

    Si chiamano “investimentiâ€, che portano frutti nel medio periodo, non nel breve.

    Ma le nostre economie - e relativi “esperti†- hanno dimenticato la potenza del lavorare in prospettiva. I rendiconti sono trimestrali, e se non rientri nel trimestre hai “fallitoâ€.

    E poi ci si chiede quando si uscirà dalla crisi… Con ‘sta gente MAI!

  • Orlando

    Gli alti costi di migrazione dalla piattaforma proprietaria a quella opensouce sono in gran parte dovuti al lock-in della piattaforma di partenza…
    Non diamo colpa all’opensource se sappiamo tutti che Microsoft fa di tutto per far si che le migrazioni dalla sua piattaforma siano costosissime…

  • http://terra2.blogspot.com/ Terra2

    Il fatto è che sui libri contabili figurano solo entrate ed uscite. Non c’è una voce “risparmioâ€.
    Così, quando una azienda usa soluzioni open (Openoffice ad esempio) dopo qualche anno si finisce col dimenticarselo perché nessuno viene a bussare alla fine dell’anno fiscale per il rinnovo delle licenze.
    CIO, CEO, amministratori delegati e compagnia, nella vita fanno un po’ di tutto tranne che far visita al reparto IT: non dovrebbero essere nemmeno autorizzati a rilasciare dichiarazioni in proposito.

  • enri1968

    Salve, mi piacerebbe leggere questo sondaggio per capire meglio i casi citati, perché non tradurlo?
    Grazie

  • fabriwoods

    La migrazione verso l’open source deve essere vista come un investimento che porta risparmi nel futuro.
    Il risparmio immediato si chiama “taglio†e sono due cose completamente diverse.

  • r.

    La baviera ha impiegato 5 (cinque!) anni per passare 14 mila pc da windows a debian.

    Ci vuole il tempo che ci vuole, non e’ mica come andare al bar ordinare un caffe, berlo, pagare ed uscire.

    Ma i CEI/CIO stanno al superattico della torre, i sistemisti stanno nello scantinato. I due mondi non si incontrano ne parlano, ecco perche le cose vanno male.

    Chi ha le competenze (IT) non ha il potere decisionale e chi ha il potere decisionale (CIO/CEO) NON CAPISCE UN CA**O dal punto di vista tecnico.

  • http://blacktux90.wordpress.com Abominable Snow Tux

    il problema è che si parte dal presupposto che linux debba essere usato soltanto per risparmiare, si parte con il piede sbagliato.

  • AleX

    Ma che scoperta! La migrazione costa! Ma questi CIO sanno che cosa significa investimento a lungo termine?
    Ma perché non confrontano i costi di partenza delle due soluzioni open e closed, invece di closed e closed + migrazione?
    E’ come se confrontassi i costi di una macchina a benzina con quelli della stessa riconvertita a metano. La seconda mi costa di più o di meno? Indovinate un po’? Il CIO risponderebbe: “Ma come, col metano non si risparmiava?â€

  • marco

    Questa indagine è chiaro sintomo del fatto che i non addetti ai lavori hanno una visione distorta del mondo open source, che intendono come gratis e senza costi aggiuntivi. E’ normale che il porting da una piattaforma ad un’altra comporti dei costi iniziali, che però verranno ammortizzati ampiamente nel medio-lungo periodo, quindi è riduttivo e fuorviante dire che nel breve il passaggio a sistemi open source non sia conveniente.

  • Paolo Del Bene

    avete ragione tutti quanti voi, ma nessuno ha fatto notare una cosa: hanno detto software open source ed i software open source non ha ninete a che spartire col software libero, perchè sono due cose differenti e dal punto di vista etico, pragmatico, licenze, cambia tutta l’impostazione.

    GNU/linnux il sistema operativo è una fissa che venga inquadrato con questo pinguino, quando in realtà non sono così le cose, ciò è la dimostrazione di uno scarso approfondimento degli argomenti.

  • MEP

    Sono contento che anche dall’altra parte dell’oceano i CIO siano incompetenti.
    Mai quanto da noi dove i ruoli di responsabilità nell’IT vengono dati solo per raccomandazioni e non per meriti.

    Ma avete visto quanto sono volubili? Sullo stesso sito oggi appare questo articolo di tono opposto. http://management.silicon.com/itdirector/0,39024673,39607327,00.htm

    Facciamogli meno interviste, paghiamoli di meno e mettiamo dei tecnici al posto loro.
    L’open source non e’ piu’ una scelta ma una strada obbligata.

    MEP