Con la crisi economica mondiale che sembra quasi alle nostre spalle - ma forse non ancora in Italia - si cominciano a delineare alcuni aspetti dell’azienda informatica in tempo di recessione.
Nella maggior parte degli assetti IT per risparmiare sui costi software in molti hanno deciso di affidarsi al pinguino o al software opensource. GNU/Linux, tuttavia, non è riuscito a far migliorare la situazione dei bilanci, anzi, ha richiesto un notevole esborso economico. E’ questo quanto trapela da un sondaggio fra CIO (Chief Information Officer) condotto e pubblicato da silicon.com. Grazie al suo modello di licenza, che non richiede pagamenti come per il software proprietario, l’universo opensource ha però richiesto un bel po’ di sacrifici economici nelle aziende, sia a livello di personale che di infrastrutture IT. “Purtroppo i costi legati alla migrazione da un tipo di software all’altro hanno di fatti praticamente annullato qualsiasi beneficio economico nel breve periodo. E tra i dodici CIO intervistati, soltanto due si sono dichiarati soddisfatti dall’adozione di software openâ€. C’è qualcosa che non va?
FONTE: Silicon.com