Nel panorama dei software di virtualizzazione vi è un nuovo arrivato: LINA. Promette di essere portabile su più piattaforme utilizzando il paradigma di Java “write once, run everywhere“. Vediamo di cosa si tratta.
Scritto interamente in C, C++ e Python Lina permette agli utenti di installare prima una specifica macchina virtuale sulla loro piattaforma e successivamente lanciare tutti i binari di cui, gli utenti, necessitano anche se non sono compilati per il loro sistema operativo ma per la macchina virtuale. L’obiettivo, in pratica, è quello di poter permettere agli utenti di lanciare qualsiasi applicazione Linux su Windows.
L’architettura di LINA
Il concetto di virtualizzazione di Lina si basa su un’applicazione il cui compito è quello di virtualizzare le funzioni di un normale processore x86. Tutte le funzionalità messe a disposizione da Lina sono caratterizzate da un particolare kernel Linux, modificato, in versione 2.6.19. Al livello successivo è presente un filesystem con tutte le librerie standard di Linux, modificato, per mappare risorse quali librerie, filesystem e chiamate di sistema sulla piattaforma virtualizzata. Anche se il lavoro svolto sino ad ora è stato encomiabile, gli sviluppatori ci tengono a precisare che c’è ancora abbastanza su cui lavorare. Pare infatti che il supporto alle librerie GTK+ o alle periferiche USB è praticamente assente.
L’intera applicazione pesa 15 MB e si espande a 40 MB una volta installata. Tuttavia il rilascio ufficiale è previsto per metà giugno. Attualmente è però possibile apprezzare le funzionalità di Lina attraverso dei video messi a disposizione della società.