Continua il dibattito sui reali costi del progetto LiMux che porterà ben 13.000 postazioni alla totale migrazione verso software Open Source e decisamente più economici dell’alternativa Microsoft.
Qualche giorno fa vi abbiamo parlato dell’analisi svolta da HP riguardo il progetto LiMux promosso da Monaco di Baviera e che prevede la migrazione a sistemi Open Source (leggi, LiMux, ma quanto mi costi?).
I promotori del progetto continuano a difendere a denti stretti la tesi secondo la quale l’abbandono di software proprietari porterà ad un notevole di risparmio in termini di denaro (più di 10 milioni di euro stando ai dati comunicati dal comune di Monaco di Baviera), tutto ciò a totale vantaggio dei cittadini.
Attualmente, Monaco sta migrando 13.000 postazioni equipaggiate con Microsoft Windows NT 4 e Office 97 verso una release personalizzata di Ubuntu completata dalla suite d’ufficio OpenOffice. Ulteriori 2000 PC rimarranno con Windows ma passeranno comunque ad OpenOffice.
Microsoft, che ha incaricato HP per lo svolgimento di quest’indagine, afferma che in realtà il costo complessivo del progetto arriverebbe a più di 60 milioni di euro, circa 3 volte in più da quanto dichiarato dalle autorità che si sono fatte carico dell’approvazione di LiMux.
A questo punto c’è poco da fare: o schierarsi a favore di Microsoft o dare ragione ai promotori di LiMux. Ma spendendo qualche minuto di tempo ci si rende facilmente conto di come HP abbia completamente basato i propri calcoli su ipotesi che non stanno né in cielo e né in terra, almeno secondo Stefan Hauf, capo ufficio stampa del comune di Monaco di Baviera.
Il rapporto fornito da HP ha sovrastimato il numero di personale che lavora al progetto, considerandolo pari a 1000, esattamente il numero totale dello staff che lavora per Monaco di Baviera. Così come è esagerato il costo del porting delle altre applicazioni aziendali, stimato da Microsoft per alcune decine di milioni di euro: tutte le applicazioni web-based possono essere tranquillamente utilizzate su LiMux senza modifiche sostanziali.
Ciononostante, un portavoce di Microsoft ha dichiarato che lo studio risulta affidabile. Certo è che nella testa di tutti gli amanti del pinguino può balenare una sola idea: Microsoft si sta forse rendendo conto di perdere terreno fertile anche nelle pubbliche amministrazioni e non vuole accettare questa sconfitta?
Fonte: ZDNet