Da anni ormai il mercato dell’automobile ha trovato nel computer un valido alleato. E’ dal 1980 infatti che l’industria si è sviluppata attorno a questo perfetto connubio, il quale nasceva e mirava a trasformare la macchina in una vera e propria navicella “spaziale”.
Fin dagli inizi di quel decennio, periodo di grande sviluppo e crescita nel campo tecnologico - anni in cui la fantasia umana già pregustava auto volanti e robot capaci di conquistare il mondo - vennero introdotti i primi sistemi computerizzati, gli ECU (engine control unit): semplici regolatori di accensioni e flusso carburanti.
Se all’inizio i sistemi si avvalevano di software e piattaforme proprietarie, con il tempo sempre maggior spazio - sia per la riduzione dei costi che per il miglioramento del processo di sviluppo - è stato catturato dal software open-source.
Tuttavia il numero di addetti al settore è assai ristretto e l’industria ha mostrato scarso interesse nel volersi rinnovare e nel voler passare a nuove e più performanti tecnologie. “Nonostante i vari sforzi compiuti nel corso degli ultimi due anni, il software open-source deve ancora compiere molti progressi nel settore automotive”. E’ questo quanto dichiarato da David Lefty direttore per le tecnologie open source di Access Systems Americ.
L’azienda, leader nel settore, fornisce soluzioni software per la telefonia mobile e vede nell’integrazione tra quest’ultima ed il pc un fattore chiave per lo sviluppo. Schlesinger lamenta una carenza di esperti nel campo open-source ma vede comunque di buon occhio l’ascesa e lo sviluppo di paesi low-cost come Cina e Corea che potrebbero smuovere mercati da sempre più diffidenti e bloccati ma soprattutto “legati” come quello americano.
Ad oggi, come detto, la stragrande maggioranza di venditori utilizza piattaforme proprietarie atte a far rendere al massimo i propri specifici apparecchi; AutoStar e OSEK OS ne sono l’esempio ma risalgono ad una decina e più di anni fa. Linux invece è un sistema operativo nuovo, adattabile e portabile ma soprattutto free ed è per questo che il mercato per evolversi definitivamente deve prenderne coscienza. Chi per ora sembra aver fatto realmente qualcosa è Freescale con il lancio dell’AGL (Automotive Grade Linux), un sistema operativo real-time potenziato su kernel 2.6 che pare essere un ottima alternativa al ben più costoso software proprietario.
Insomma l’integrazione della telefonia con i dispositivi computerizzati di controllo dell’auto sembra essere il primo obiettivo degli addetti al settore. Un obiettivo apparentemente non troppo lontano dall’essere raggiunto e che potrebbe finalmente spalancare le porte ad un mercato sempre in forte contrasto e mai esploso definitivamente. E il ruolo che il software libero avrà in tutto ciò pare essere di rilevante importanza. Insomma non ci resta che aspettare e chissà che un giorno un pinguino non riesca davvero a far muovere le nostre auto.
di Diego Dagassolemi - TuxJournal.net