Continua la corsa di Intel ad accaparrarsi fette di mercato sempre più ampie, soprattutto rispetto alla rivale (degli ultimi anni) AMD. Xeon 7400 è il nome in codice di questa nuova creatura con architettura “six core”, altrimenti detti Dunnington, chiaramente destinati al mercato high end per applicazioni server.
L’architettura prevede una cache di 16 Mb e, prima volta per la Intel, i processori beneficiano di un progetto monolitico, ossia fisicamente poggiano tutti quanti sullo stesso pezzo di silicio. Contrariamente a questa filosofia costruttiva, Intel ha sempre perseguito l’architettura di moltiplicare le prestazioni dei processori accoppiando unità simili (inaugurata ai tempi del primo 486 DX) all’interno dello stesso involucro, ed è stata portata avanti fino ai recenti Core Duo-2. La differenza che ha sempre separato i due storici concorrenti Intel e AMD è stata appunto nel concepire diversamente l’architettura costruttiva. Laddove AMD ha cominciato a cercare prestazioni migliorando la comunicazione fra i componenti interni del processore, arrivando alla produzione di componenti in cui il collo di bottiglia, rappresentato dal FSB (Front Side Bus, ossia dalla pipe di comunicazione fra core del processore e memoria dedicata) è stato eliminato posizionando memoria e processore sullo stesso basamento di silicio.
Intel ha da sempre spinto sulla ricerca dei materiali e delle tecnologie costruttive per l’aumento delle prestazioni in termini di velocità pura, ossia di numero dei cicli (misurati in Hertz/Hz) per unità di tempo. Per questo la svolta costruttiva di Intel rappresenta una pietra miliare, seppur minimizzata da AMD attraverso la frase laconica: “Intel ha utilizzato la vecchia architettura del font-side-bus aggiungendo 6 core”.
Procedendo oltre osserviamo che a fianco della produzione della serie Xeon 7400 la Unisys ha annunciato, lo scorso lunedì, il lancio di un nuovo modello: ES7000 7600R Enterprise Server. Questa macchina viene equipaggiata di serie con una scheda madre dotata di 16 socket disponibili per alloggiare la nuova creatura di Santa Clara: un totale di 96 core per la stessa macchina.
In merito al sistema operativo da adottare Colin Lacey, vice presidente del marketing Unisys, è stato estremamente chiaro affermando che per l’utilizzo del software di casa Microsoft è necessario disabilitare due core per ogni processore, per un massimo di 64 core attivi contemporaneamente, mentre l’adozione di GNU/Linux non corre incontro a questa limitazione. Ricordiamo in questa sede che Unisys è da sempre un’azienda amica del pinguino ed ha adottato la scelta di Linux come SO sulle proprie macchine della serie ES7000 fin dal 2004.
Parlando di necessità reali dell’acquirente, Lacey ha aggiunto che probabilmente la scelta di macchine così spinte in termini di prestazioni non sarà così comune esprimendo parole di fiducia per Microsoft, che si augura risolverà il problema di questa limitazione nelle proprie release future. Parlando di prestazioni, la dimostrazione di Unisys si è basata sul far girare 64 Database Sql Server su di una stessa macchina equipaggiata con 4 Xeon 7400, ovviamente traendo beneficio da un sistema di virtualizzazione. Proprio il consolidamento delle prestazioni all’interno di una stessa macchina, ossia virtualizzare i propri server, sembra essere l’obiettivo principale della spinta alla commercializzazione da parte della Unisys.
Garanzie di supporto per l’architettura di Intel sono arrivate anche da Citrix, IBM, Microsoft, Oracle, Red Hat, SAP, and VMware, come confermato dalla stessa Intel. I prezzi della macchina di Unisys si attestano fra 26.000 e 135.000 dollari statunitensi mentre il prezzo della serie 7000 di Intel, per stoccaggi di almeno 1000 pezzi, oscillerà fra 856 e 2729 dollasi statunitensi.
FONTE: Cnet
di Lorenzo Lombardi - TuxJournal.net