Lo ha dichiarato Keith Curtis, programmatore e dipendente Microsoft per 11 anni, che da poco ha completamente sposato la causa opensource.
Miracoli dell’informatica: Keith Curtis dopo 11 anni di carriera in Microsoft, sviluppando tra l’altro su Windows e Office, ha deciso di passare dall’altra parte della barricata. Ora, anche grazie al suo libro “After the Software Wars“, spiega i motivi per cui il codice opensource prevarrà sul modello proprietario imposto da Microsoft oltre 20 anni fa. Curtis è decisamente nuovo all’universo GNU/Linux infatti lo usa dal 2004, anno in cui ha lasciato Microsoft, ma sembra già aver sposato in pieno la sua causa. Secondo la sua opinione, proprio a causa della presenza del software proprietario stiamo vivendo gli anni più cupi della storia dell’informatica.
Il codice opensource potrebbe contibuire addirittura alla morte di Microsoft. Questo per vari motivi. Il più importante è perché il software aperto permette di sviluppare codice di assoluta qualità e qui Curtis porta l’esempio di Firefox e del kernel Linux. In secondo luogo, nonostante il pinguino non goda di buona reputazione sui desktop, ha già conquistato e sta conquistando considerevoli fette di mercato nell’ambito server ed enterprise. “Google si affida a centinaia di macchine Linux. Il software libero è sulla retta via anche per conquistare i segmenti di mercato più piccoli, cioè quelli più vicini al desktop e ai consumatori finali”, ha continuato Curtis.
“A questo punto, però, è perfettamente inutile che Microsoft adotti la stessa filosofia per alcuni suoi software. A nessuno importerebbe nulla utilizzare Internet Explorer se poi già esistono Webkit, Gecko e Firefox. E poi, a quel punto, dovrebbero spiegare a tutti i clienti perché dovrebbero continuare ad utilizzare e pagare Office se sul mercato esistono ottime alternative come ad esempio OpenOffice.org“. Insomma, secondo Curtis, Microsoft ha i giorni contati. Voi cosa ne pensate?
FONTE: OSNews
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