Una causa legale in Germania potrà portare conseguenze pesanti tra i produttori di dispositivi embedded che sfruttano il kernel Linux per la gestione del device.
Nel contenzioso sono coinvolte due aziende, AVM Computersysteme Vertriebs GmbH (AVM) e Cybits AG (Cybits), la prima produce router ADSL e la seconda sistemi di web-filtering per l’accesso controllato a internet. Il kernel Linux usato nei device AVM è rilasciato sotto licenza GPL2, licenza che permette di sfruttare, usare e condividere tutto il “know-how” sul software e sul prodotto che lo utilizza al fine di migliorare il prodotto stesso. AVM ha citato in tribunale Cybits in modo da impedire a quest’ultima la modifica del firmware incluso nei router AVM, incluso ovviamente il kernel linux. Sia la FSFE che la gpl-violations.org ovviamente sono scese in campo per difendere Cybits, libera di sfruttare tutte le pieghe che la licenza GPL2 mette a disposizione.
La questione è abbastanza semplice per AVM. Cybits con le modifiche sui router AVM per l’installazione del suo software stravolgerebbe di fatto tutto il prodotto che AVM stessa mette sul mercato. Dalla decisione del tribunale di Berlino potrebbero dipendere le scelte di molti produttori di hardware. Aziende come AVM potrebbero avere un notevole vantaggio nell’utilizzo del kernel linux impedendo ad altri però di modificarne il codice o mettendo veti su alcuni cambiamenti apportati da società terze. Problematiche che si ripercuoterebbero su società produttrici di smartphone, hardware di rete e altri dispositivi che usano il kernel linux. Una dichiarazione che chiarisce molto bene il problema è quella rilasciata da Till Jaeger, “società come AVM impedendo ad altre entità di usufruire della licenza GPL, paradossalmente vanno contro i dettami della licenza GPL stessa”.