Hans Reiser è molto famoso all’interno della comunità GNU/Linux per i suoi incessanti contributi. Tra le altre cose è l’ideatore di ReiserFS, un filesystem che a detta di qualcuno ha rivoluzionato la struttura del sistema operativo Linux. Purtroppo è anche famoso per essere uno dei sospettati dell’omicidio della moglie Nina Reiser, avvenuto circa un anno fa. La sua vita da allora è cambiata.
Per molto tempo considerato una delle personalità di spicco del panorama GNU/Linux mondiale, finanziato nel suo lavoro anche da agenzie governative e società private, Hans Reiser è ora conosciuto come BFP563. Non si tratta del nickname ma del suo numero di matricola all’interno di un carcere non molto lontano da San Francisco. Reiser è stato arrestato agli inizi di Ottobre 2006 dopo che all’interno della sua casa e della sua auto sono state ritrovate alcune tracce di sangue della moglie Nina, assassinata non si ancora da chi.
Ecco Hans Reiser in una foto recente (clicca per ingrandire)
Da Ottobre le uniche persone che ha potuto incontrare sono state i parenti e i suoi avvocati. Inoltre è stato per diverso tempo in una cella d’isolamento. Una vicenda davvero terribile che ha avuto dei risvolti positivi. A quanto pare è stato identificato un altro sospettato, possibile amante della moglie che ha già segnato sulla sua fedina penale alcuni omicidi. La situazione è sembrata per un attimo schiarirsi ma il pluriomicida non è assolutamente intenzionato a dichiararsi colpevole. Dice di non aver mai avuto rapporti con la moglie di Reiser.
Purtroppo Reiser rimane l’indiziato numero uno e non gli resta che aspettare il processo. Su Wired è stata pubblicata una lunghissima intervista fatta con lui nella sua prigione. Ripercorre tutti gli istanti passati con la moglie, le sue amicizie, le sue abitudini e quant’altro. A quanto pare dalla storia trapela che Reiser non sia poi stato così tanto un santo nella sua vita, molto spesso la moglie si è lamentata del suo carattere violento. Intanto il corpo della moglie non è stato ancora trovato.
Ai giudici l’ardua sentenza.