Google ha finalmente tolto i veli alla sua tanto chiacchierata piattaforma mobile. Il lieto evento è avvenuto a New York, dove Brin e Page, assieme agli alti dirigenti dell’operatore telefonico T-Mobile, hanno presentato HTC G1, primo - e per ora unico - telefonino a funzionare con Android, il sistema operativo open source voluto da Google.
Brin ha dichiarato: “Non vedevo l’ora di poter avere un telefono da modificare a mio piacimento, secondo le mie necessità, così come faccio con il mio computer”. La chiave di volta del previsto, e prevedibile, successo di questo telefono è proprio racchiusa in queste parole. G1 è meno fascinoso dell’ iPhone, rispetto al quale è più ingombrante e pesante, e presenta un touch screen di dimensioni leggermente meno generose (da 3,2 pollici), sotto il quale, per scorrimento, appare una tastiera completa Qwerty. L’oggetto non è sicuramente trendy, anche perché non registra e non permette di vedere filmati, se non con player di terze parti, e le sue capacità come riproduttore audio sono piuttosto scarse, ma piacerà sicuramente a un pubblico che dello smartphone fa un uso professionale.
Richiede il possesso di un account Gmail e, in cambio, offre la possibilità di sincronizzare posta, calendari e indirizzi; garantisce la completa integrazione con i servizi di Google, per alcuni dei quali offre tasti dedicati. Trackball, browser e client di posta elettronica rendono facile la navigazione in Rete, mentre le funzioni di taglia e incolla, che mancano ad iPhone, facilitano il passaggio di dati da un’applicazione all’altra.
In tema di connettività, il G1 non si fa mancare proprio nulla: 3G UMTS, HSDPA e supporto al Wi-Fi per navigare su qualsiasi tipo di rete. Presente anche un modulo GPS per trasformare il dispositivo in un comodo navigatore satellitare utilizzando ovviamente le Google Maps. La memoria di base del “googlefonino” è di 256 MB, espandibile fino a molti GB attraverso schede di memoria, mentre la RAM è di 192 MB.
I fattori che ne garantiranno il successo, tuttavia, sono altri, a partire dal codice sorgente di Android, pubblico e aperto, rivolto a tutti gli sviluppatori che abbiano voglia di realizzare applicazioni per il sistema operativo mobile di casa Google e di commercializzarle attraverso Android Market. Questo universo aperto dovrebbe garantire all’utente la possibilità di poter, facilmente, realizzare un sistema mobile personalizzato e adattabile alle necessità del momento.
Partendo da queste basi Strategy Analytics si sbilancia a predire che, nell’ultimo trimestre di quest’anno, i telefoni basati su Android arriveranno a coprire il 4% del mercato statunitense: circa quattrocentomila apparecchi su una previsione di vendita di circa dieci milioni di smartphone da qui a fine anno. Gartner, altro studio di analisi nordamericano, allunga i tempi della sua previsione e ipotizza che Android armerà, a livello mondiale, il dieci per cento dei palmari entro il 2011. Prospettive davvero interessanti per il sistema operativo mobile voluto da Google. E voi, cosa ne pensate?
di Mario Govoni - TuxJournal.net
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