Dopo mesi e mesi di attesa, discussioni e curiosità sembra ormai imminente l’uscita sul mercato del nuovo telefonino targato Google. Ma chi si apettava un prodotto di casa Mountain View resterà presto deluso: i tanto attesi gPhone, così sono ormai stati ribattezzati, non verranno prodotti direttamente dalla società californiana.
Google ha infatti optato, a differenza di Apple, non per lo sviluppo di dispositivi propri ma per la messa sul mercato di una vera e propria piattaforma open (Android) destinata a stravolgere il mondo della telefonia. Una piattaforma Linux-based che ha l’obiettivo di diventare a breve lo standard aperto di riferimento per lo sviluppo su smartphone.
Con questa mossa la società di Mountain View sposta i suoi interessi sul mondo mobile dove Microsost ed Apple sono già da tempo impegnate alla conquista del mercato al momento orientato su Symbian. E la scelta di utilizzare un sistema operativo Linux-Like certo non può che peggiorare i già difficili rapporti con la casa di Redmond, da sempre nemico numero uno dell’open source e del pinguino. Per la realizzazione dei propri dispositivi, Google ha da poco stretto accordi con la Taiwanese HTC oltre che con Samsung e Motorola, ma di certo troverà ben presto nuovi alleati.
La nuova piattaforma metterà sul campo tutti i propri servizi già offerti per pc e farà del telefonino un vero e proprio computer desktop sfruttandone tutte le potenzialità ancora inespresse. La casa californiana spera di sfruttare la base di tecnologie e gli sviluppatori che si sono creati attorno a Linux per facilitare la portabilità di Android su un numero sempre maggiore di dispositivi.
Inoltre ci si aspetta che la comunità partecipi in modo attivo e che a breve si riescano a portare sul nuovo sistema diversi applicativi e servizi tra i quali un nuovo Facebook e YouTube. Anche se Ballmer, CEO Microsoft, si dichiara “poco preoccupato” da tutto ciò, la discesa sul mercato dei nuovi GPhone costituirà senza dubbio una nuova rivoluzione nel mercato mobile. Una rivoluzione che la società fondata dagli ex-studenti Larry Page e Sergey Brin imporranno anche grazie all’utilizzo di una piattaforma aperta basata su Linux.
Che non siano proprio il pinguino ed il software libero a trarne i maggiori vantaggi da questa innovazione? Ai posteri l’ardua sentenza.
di Diego Dagassolemi - TuxJournal.net