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Firefox cresce sempre più, ma Linux arranca

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5 novembre 2008 Visualizzazioni: 495 Focus, Software

Google Chrome: per Linux proviamo CrossOver Chromium

Agli inizi di settembre Google ha rilasciato il suo browser, Chrome, nella versione per Windows. Per ovviare alla mancanza di versioni native per MacOS X e Linux, CrossOver ha pensato bene di realizzare un porting di Chrome per i sistemi operativi momentaneamente trascurati da Mountain View, e ha realizzato Chromium.


A rigore non si tratta di un vero e proprio porting, procedura spesso complessa che richiede la ricompilazione del sorgente: qui, infatti, è stato usato Wine, il popolare non emulatore di Windows (il nome, infatti, significa proprio Wine Is Not an Emulator).

Come funziona Wine? In parole povere crea un livello “astratto”, che si pone tra le applicazioni per Windows e il sistema operativo “alieno”. In questo strato Wine fornisce il collegamento alle API necessarie e il supporto alle funzioni di sistema operativo richieste per il funzionamento delle applicazioni Windows in ambienti GNU/Linux o MacOs. Posso garantire, perché l’ho provato personalmente, che software quali Notepad++ e Adobe Photoshop 7.0 con Wine funzionano alla perfezione.

Ma torniamo a Chromium. Che alle spalle della portabilità di Chrome sotto Linux e MacOs ci sia Wine è dimostrato dalla finestra della figura seguente, ottenuta con il click del tasto destro sulla barra del titolo del browser.

Chromium, quindi, non è altro che Google Chrome per Windows, appoggiato a Wine; questo fatto, a mio parere, non è di secondaria importanza perché le leggendarie prestazioni di Chrome nell’eseguire i Javascript in Chromium sono un ricordo. Addirittura in una delle pagine che ho esplorato alcuni script non sono proprio stati eseguiti. Vediamola e commentiamola, confrontandola con la sua gemella aperta con Firefox 3.0 allo stato dell’arte. Sopra la pagina di Chromium, sotto quella di Firefox.

La differenza più evidente sta nella parte sinistra della finestra: come si può vedere, in Chrome manca completamente il rollover con le principali notizie della giornata sportiva, ma si possono osservare altri buchi neri al posto, ad esempio, del risultato di Olimpique Marsiglia – PSV. Se osserviamo attentamente, poi, vediamo che, in basso a destra, la notizia sulle elezioni del Presidente degli Stati Uniti appare male impaginata in Chromium: sembra siano stati impiegati caratteri con un corpo maggiore e quindi il testo esce dallo spazio riservatogli (infatti l’ultima riga appare tagliata in senso orizzontale).

Lasciamo l’esecuzione degli script e passiamo a un altro problema che, purtroppo, non ho pensato a documentare: la massimizzazione della finestra del browser, a volte, è stata incompleta, non essendo visualizzate intere parti della stessa. La barra del titolo si poneva, correttamente, in posizione contro i margini superiore e sinistro del desktop, ma mancavano una larga striscia a destra e nella parte inferiore. Il fenomeno forse denuncia un cattivo sfruttamento del server X o del gestore delle finestre, nel mio caso Kwin; potrebbe essere interessante provare con Gnome, che usa un windows manager differente.

Mi è capitato, poi, un altro comportamento un po’ anomalo: per un caso sono andato a verificare le proprietà del collegamento al desktop di OpenOffice e mi sono accorto che doveva essere aperto con CrossOver. Vi posso assicurare che, sì, sono un personaggio un po’ strano, ma non al punto da usare OpenOffice per Windows in ambiente Linux, quindi l’uso di CrossOver non è giustificato.

A questo punto ho provato a disinstallare Chromium, usando l’unistall fornito da CrossOver stessa; abbastanza intuitivamente per compiere l’operazione occorre aprire una sessione di root in modalità grafica. L’operazione è semplice e veloce. Dopo aver parlato soprattutto degli aspetti negativi di questa mia esperienza, vorrei porre l’accento su quelli positivi, perché ce ne sono.

L’installazione via file rpm con Yast fila via liscia come l’olio: pochi secondi e Chromium è pronto all’uso; il lancio del programma avviene in tempi brevissimi e l’apertura di nuovi tab è pressoché istantanea. Il parsing delle pagine web è veloce, più o meno come quello di Firefox, mio termine di paragone in questa prova. Particolarmente funzionale, poi, mi è sembrata la scheda che mostra le pagine più visitate: somiglia un po’ all’estensione Showcase per Firefox, anche se quella mostra solo le schede aperte in quel momento e non le più visitate.

In conclusione, Chromium non mi sembra una soluzione particolarmente perfomante: di certo Chrome, pur con i suoi limiti e i difetti di gioventù, offre prestazioni migliori, almeno per quelle che sono state le mie esperienze. Penso valga la pena di aspettare che Google rilasci la versione nativa per Linux e per MacOs prima di usare il browser in questi sistemi operativi.

di Mario Govoni - TuxJournal.net

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  • Mauro

    Di Browser ce ne sono tanti. Se Google vuole che usiamo Chrome ne farà una versione anche per noi.