In un periodo in cui tutte le luci della ribalta sono focalizzate sul luccicante, almeno per le premesse, e ultra-innovativo KDE4, i festeggiamenti per il decennio di vita dello storico antagonista, ovvero lo Gnome Desktop, sono passati quasi inosservati.
Proprio in questo contesto, un più o meno attento osservatore dell’evoluzione del software libero, si pone una legittima domanda: ma c’è realmente bisogno del progetto Gnome o della prosecuzione dello stesso?
Al concepimento Gnome aveva un obiettivo più che onorevole, cioè avere un ambiente desktop per sistemi unix-like completamente libero. Al tempo, ovvero nel lontano, anzi preistorico in campo informatico 1997, il progetto Kde, datato invece 1996, non era completamente open source, essendo basato sulla libreria Qt sviluppata dalla Trolltech e posta sotto licenza proprietaria. In questo modo Gnome ha cominciato il suo cammino come difensore del software libero contro Kde, che aveva invece il male congenito dell’essere in qualche modo infettato dal software proprietario. Solo che al momento del primo rilascio di Gnome, Kde era già un passo avanti sia strutturalmente che come usabilità, stato di cose che si è trascinato fino ai giorni nostri. Senza aggiungere che nel frattempo anche Kde è diventato totalmente open source, dopo il rilascio delle librerie Qt sotto licenza GPL.
Sin dal principio c’è stata una più o meno velata concorrenza amichevole, dapprima tra i due progetti, poi anche tra gli utenti dei due desktop manager, anche se vige una presunta cooperazione, infatti entrambi i progetti partecipano al Freedesktop.org, consorzio che si è prefissato l’obiettivo di standardizzare interoperabilità dei sistemi di derivazione Unix.
Ma analizziamo un attimino le principali differenze che intercorrono tra i due ambienti desktop.
Kde ha presentato uno svantaggio sin dall’inizio: il fatto di essere un progetto europeo. Già dall’inizio dello sviluppo ha avuto un obiettivo abbastanza semplice, almeno nel concetto, ovvero clonare ogni funzione che era a disposizione degli utenti di Windows, in modo che chi avesse desiderato cambiare per passare ad un sistema Linux, poteva ritrovare tutte quelle funzionalità a cui era abituato. Ad oggi il progetto ha realizzato molto più di una semplice copia dell’interfaccia utente Microsoft, ed è di gran lunga più utilizzabile di Gnome. Kde non ha mai fatto pressioni sulle varie distribuzioni perché l’adottassero, semplicemente veniva scelto perché era il prodotto in se ad essere buono.
Gnome è stato visto sempre come progetto americano. Con un attenzione a volte eccessiva per il marketing, una caratteristica che continua persino oggi, con molte strutture in tale direzione. Fino al rilascio della versione 2.0, Gnome era pesante e parecchio instabile, tanto che anche gli sviluppatori di una tra le più vecchie distribuzioni di Linux, la Slackware, affermarono che poco a poco Gnome si fosse complessivamente trasformato in un incubo di manutenzione. Anche Linus Torvalds, creatore del kernel Linux, si è espresso apertamente sul tema, consigliando di evitare Gnome, definendolo come un sistema utilizzabile solo da idioti, visto che nello sforzo di essere il più semplice possibile non fa nemmeno più le minime cose per cui servirebbe.
Di certo non si può dire che il buon vecchio Linus le cose le mandi a dire. Ma la visibilità conta molto di più della sostanza nel mondo attuale. Gnome è riuscito a rimanere a galla legandosi al progetto Ubuntu, sistema GNU/Linux basato sul ramo instabile di Debian, che ha uno dei punti di forza principali nell’avere un ciclo di rilascio prefissato e continuo, fattore che è andato a tutto vantaggio di GNOME che adotta un metodo simile. Anche se, confrontandolo con Kde, a dieci anni dalla nascita, Gnome è ancora a tratti abbozzato.
Quindi, in mezzo alle celebrazioni, sarebbe una buona idea per i promotori di Gnome fermarsi a pensare a cosa avrebbero potuto realizzare se avessero unito le forze con il concorrente Kde e dunque se ci fosse stato un unico progetto comune. Ne avrebbe giovato tutto il mondo Open Source, avendo una alternativa ancora migliore da contrapporre ai sistemi Microsoft.
di Mario Perri - TuxJournal.net