Perfettamente in tempo con i termini stabiliti, il progetto Gnome si è presentato con il rilascio 2.24 del proprio ambiente desktop. Basato su cicli semestrali, il desktop Gnome, ormai viaggia di pari passo con i rilasci della distribuzione Ubuntu. Proprio questa distro è stata scelta per confrontare in tempo reale le note di rilascio del DE.
Cominciamo col dire che questa versione di Gnome non presenta grosse variazioni dal punto di vista grafico. L’essenzialità e la pulizia continuano ad essere dominanti, così come la stabilità dell’intero ambiente, cui sono state applicate centinaia di correzioni di bug rilevati nella precedente versione. Viene posto un grosso accento all’aspetto comunicativo e all’integrazione fra quelle che sono gli applicativi dediti alla comunicazione. La prima nota che viene posta in evidenza è l’adozione di Empathy come applicazione di default per l’instant messaging multi-protocollo. Subito sottolineata l’integrazione di Empathy con Ekiga 3.0, software per l’utilizzo dei protocolli SIP/Voip, corredato di tool di video conferencing in grado di supportare i protocolli video H.264, H.263+ e MPEG-4. L’interazione fa le due applicazioni dà modo al team di sviluppo di parlare immediatamente del substrato di librerie (una delle vere novità di questa release) che presiede alle comunicazioni: il framework Telepathy. L’integrazione con la piattaforma 2.24 consente, virtualmente, a qualsiasi software di far uso degli strumenti di IM o SIP grazie ad uno strato di librerie atte allo scopo.
Proseguendo nella lettura delle note troviamo un’applicazione in grado di tracciare il tempo trascorso nel compiere una data azione (lavoro, gioco o quant’altro) per poter tenere memoria sia a livello di dati che con l’ausilio di grafici.
Nautilus, il file manager di default supporta adesso la navigazione a tab (funzionalità che sembra inscindibile da un qualsiasi browser moderno, sia esso di file o di pagine web) ed è stata aggiunta la visualizzazione dei file secondo la modalità “compatta”: una vista ad icone con spazi ridotti e informazioni sui file meno dettagliata. Lo stesso Nautilus è apparso più reattivo delle sue precedenti versioni e meno “pesante” nella navigazione tra i file. Un po’ antiestetica e apparentemente fuori posto l’icona per l’espulsione di CD/DVD, posta nel menu di navigazione a sinistra.
Le funzionalità della deskbar, applicativo dedito alla ricerca in senso allargato, sono ampliate fino ad includere i servizi di Google (compreso Google Code), Wikipedia, Yahoo search, una calcolatrice algebrica e la possibilità di scaricare nuovi plugin direttamente dal repository della deskbar su Internet. La configurazione è apparsa veramente infinita, quasi a rischio di disorientamento per l’utente. La funzione di ricerca è molto veloce e, al di là dell’aspetto meramente lato utente, è evidente che il progetto Gnome non voglia assolutamente trascurare gli aspetti di ottimizzazione, quasi maniacale, dei software che vengono integrati di default.
La configurazione della risoluzione del monitor si avvale di nuove caratteristiche, tra cui l’identificazione degli schermi e l’applicazione delle modifiche in tempo reale senza dover riavviare il server X. Il team di Gnome ha lavorato per rendere un’adesione completa alle specifiche di Xrandr1.2 (rotazione e rtisoluzione secondo gli standard definiti all’interno di Freedsktop.org).
Dal punto di vista della multimedialità troviamo novità interessanti. L’adozione di libcanberra, libreria anch’essa aderente alle specifiche di Freedesktop, consente di scegliere i temi dei suoni così come è possibile fare per i temi delle icone. Inoltre è possibile configurare il sistema audio perché non vada ad interferire con le riproduzioni multimediali in corso, scegliendo, fra tutti i suoni di sistema, quelli con priorità più alta. Il pannello di configurazione audio, difetto atavico di Gnome 2, non è ridimensionabile rendendo pressoché impossibile agire su tutte le opzioni qualora si disponga di un monitor con risoluzione inferiore ai 1024×768 (ad es. gli ultraportili attualmente in commercio).
Nuovi sfondi desktop, veramente gradevoli, per un po’ di spazio anche alla civetteria. Miglioramenti anche sotto il punto di vista dell’accessibilità e del supporto alle lingue, come ormai tradizionale in ogni rilascio di Gnome. Dal punto di vista dello sviluppo troviamo il pieno supporto alle librerie GTK+ 2.14 e GLib 2.18. Oltre ad una serie di callback per poter testare la futura compatibilità delle applicazioni con il rilascio delle GTK+3.
Epiphany, browser predefinito di Gnome, manca del supporto al motore di render Webkit, novità decantata ai quattro venti, ma disattesa, anche in questo rilascio, sebbene gli sviluppatori abbiano assicurato pieno supporto per il prossimo Marzo.
Gnome 2.24 si presenta come un buon prodotto, sicuramente non rivoluzionario, ma estremamente concentrato sull’obiettivo di far sentire l’utente di essere in grado di padroneggiare il desktop con tutte le applicazioni in esso disponibile, senza stravolgere gli approcci classici all’utilizzo delle interfacce grafiche. Le feature presentate lasciano il dubbio, per i sostenitori del FOSS, dell’adozione di progetti - in primis Mono e Evolution - sostenuti in parte o appartenenti ad aziende che agiscono in maniera dubbia nei confronti delle regole del mondo dell’open source, quali Microsoft e Novell.
La prova “su strada” della nuova release di Gnome si è basata su Ubuntu 8.10 alpha6 liveCD lanciata con l’ausilio del software di virtualizzazione VirtualBox di Sun.
di Lorenzo Lombardi - TuxJournal.net