Ad annunciarlo è il suo sviluppatore. La distro super leggera non verrà più sviluppata e si aggiunge alla lunga lista di progetti ormai defunti.
Di distro Linux ce ne sono mille, alcune aggiornate costantemente e altre che, purtroppo, procedono un po’ a singhiozzo. Accanto a queste, poi, ci sono dei progetti che nascono e muoiono praticamente nello stesso giorno; distro che non fanno nemmeno in tempo a farsi conoscere che già passano a miglior vita. Ma quando un nome più o meno noto viene annoverato fra i “caduti in guerra”, un po’ di dispiacere non può non salire. �? stato il caso di Pear OS (ricordate?) e lo è oggi per CrunchBang.
Certo, non stiamo parlando di una distro paragonabile a Fedora, Ubuntu o openSUSE (sia in termini di diffusione che per la struttura organizzativa che gli ruota attorno), ma si tratta comunque di una distro apprezzata da un discreto numero di utenti. Perchè? Per la sua stabilità (proprio perché basata su Debian) e per la sua incredibile leggerezza (l’ambiente desktop è Openbox).
Come qualcuno avrà già intuito, CrunchBang è un progetto ufficialmente morto, anche se l’ufficiosità già era nell’aria: l’ultimo importante aggiornamento risale a Maggio 2013. Ma quello che in molti si chiedono è il perché lo sviluppatore del progetto abbia smesso di tenerlo in vita. Le motivazioni potrebbero essere molteplici e, il più delle volte, si mischiano con gli altri impegni di chi tiene un progetto del genere. Non dobbiamo infatti dimenticare che si tratta di gente che regala (letteralmente) il proprio lavoro rendendolo disponibile all’intera comunità. Dunque, di certo sviluppatori non possono di certo vivere grazie alla loro distro o al loro software Open Source rilasciato.
Sta di fatto che Philip Newborough, sviluppatore di CrunchBang, a differenza di molti altri sviluppatori che abbandonano progetti senza proferir parola, ha dichiarato:
Ho deciso di smettere di sviluppare CrunchBang. Questa non è stata una decisione facile da prendere e la sto rimandando da mesi. �? difficile lasciare andare qualcosa che ami. Sto abbandonando il progetto perché, sinceramente, credo che non abbia più alcun valore e, mentre fino ad oggi l’ho tenuto in vita per ragioni sentimentali, non credo che continuare sia nell’interesse degli utenti.
Fonte: Softpedia