Per quanto concerne lo sviluppo di applicazioni Web si parla di piattaforme e ambienti JEE, .NET e così via, ma la scelta più amata ed utilizzata, soprattutto per soluzioni piccole e medio-piccole, ma anche enterprise, risponde al nome di AMP.
AMP è l’acronimo di Apache, MySQL e PHP (qualcun altro direbbe anche Perl o Python, ma noi ci riferiamo a PHP): un ambiente che contiene tutto il necessario per creare delle ottime applicazioni Web partendo rispettivamente dal Webserver, passando dal database server e terminando con il linguaggio di elaborazione dati server side.
In Rete sono disponibili molti ambienti WAMP pronti: si tratta di eseguibili Windows (la W iniziale completa l’acronimo AMP indicando il sistema operativo sui cui poggia l’ambiente) che, una volta lanciati, si occupano di settare automaticamente per noi un ambiente AMP funzionante. Questi automatizzano tutte le operazioni che altrimenti si dovrebbero fare manualmente, come scaricare i vari pacchetti, installarli e configurarli per interagire tra di loro, soprattutto per far sì che PHP lavori con MySQL (ricordiamo, infatti, che da PHP 5 il supporto a MySQL non è più compreso di default) e che PHP sia richiamato da Apache per gestire le richieste di file .php.
Sotto Linux, per avere un cosiddetto ambiente LAMP, non esistono molti eseguibili pronti come per Windows, anche se la soluzione di scaricare degli RPM già precompilati ed installarli differisce veramente poco dall’installazione manuale per Windows. Qualcun altro potrebbe, invece, voler settare un ambiente LAMP senza ricorrere agli RPM, ma scaricando, compilando e configurando il tutto manualmente passo dopo passo.
Questa soluzione, dagli amanti di Windows sicuramente considerata di carattere masochistico, è in realtà molto comoda quando si vuole avere il completo controllo sulle applicazioni che si stanno installando sulla macchina, come le opzioni di compilazione, le cartelle di destinazione, i nomi dei servizi e quanto altro. Nei prossimi appuntamenti vedremo passo passo come sia possibile concretizzare quest’ultimo metodo.
di Pierpaolo Cira - Programmazione.it