È questo il must per l’azienda di Mark Shuttleworth che in questa parola sembra crederci realmente. Ma riuscirà a raggiungere l’obiettivo?
Qualche mese fa, Canonical ha pubblicamente annunciato di aver un nuovo obiettivo in mente. Quello di rendere Ubuntu, un progetto votato non solo al mercato dei desktop e notebook, ma anche agli smartphone, tablet e persino televisori. Da allora, tutto sembra essere cambiato nell’azienda di Mark Shuttleworth, dove sviluppatori stanno dando l’anima nella realizzazione di Mir, Unity 8. Altri progetti (sempre relativi alla convergenza fra desktop e mobile) hanno già raggiunto discreti risultati: un esempio è Ubuntu Touch 1.0 (leggi, Rilasciato Ubuntu Touch 1.0: ecco come installarlo).
Canonical spinge sempre più ad una convergenza che sembra avere due strade parallele: da un lato un telefono cellulare in grado di trasformarsi all’occorrenza in un desktop tramite il collegamento ad un monitor (Ubuntu for Android). Dall’altro, invece, un sistema operativo che può essere installato sui più disparati device.
Questo è il must in casa Canonical. Un must in cui ci crede realmente. Peccato, però, che almeno fino ad oggi, per ogni consenso guadagnato, l’azienda ha perso almeno 3 utenti, stanchi di aver a che fare con un progetto che non è più come quello di una volta. Ma a Mark Shuttleworth questo poco importa anche perché, credendoci realmente, non appena la convergenza verrà portata a termine, il numero di utenti Ubuntu potrebbe crescere a dismisura.
Un esempio di quanto Canonical creda in questa benedetta/maledetta convergenza sono gli incontri ufficiali, dove non manca occasione per parlarne (proprio come nel video che riportiamo qui di seguito, seppur non in lingua italiana o inglese). Negli ultimi mesi, in ogni evento Ubuntu, la parola “convergenza” ha avuto il suo momento di gloria. Speriamo solo che Shuttleworth raggiunga bene l’obiettivo prefissato.
Fonte: I love Ubuntu