Grazie ad un nuovo accorto tra Oracle e Canonical, Ubuntu potrà essere un sistema operativo guest in un’istanza Oracle Linux OpenStack. Così come può avvenire il contrario. Ecco tutti i dettagli.
Stando a quanto dichiarato dagli sviluppatori di casa Canonical, Ubuntu è il sistema operativo più utilizzato per OpenStack. E scavando più a fondo, ci si accorge di quanto quest’affermazione non sia poi così azzardata. Ubuntu è davvero la distribuzione più utilizzata per OpenStack e per scoprirlo basta osservare le statistiche di utilizzo: oltre il 50% degli utenti si affidata alla distro dell’azienda di Mark Shuttleworth.
Certo, gli sviluppatori di Canonical non si limitano ai soli numeri, ma sostengono pure che si tratti di uno dei sistemi operativi più veloci disponibili per la piattaforma e su questo ognuno è libero di sviluppare una propria corrente di pensiero.
Ma la notizia di oggi non riguarda la velocità o meno di Ubuntu su OpenStack, ma un nuovo accordo che vede Canonical e Oracle a lavoro per raggiungere un obiettivo che potrà far piacere a molti (Shuttleworth primo fra tutti).
Nell’ambito di questa collaborazione, Canonical sosterrà Ubuntu come sistema operativo guest su Oracle Linux OpenStack, e viceversa. Quali sono i reali vantaggi per gli utenti? Beh, di sicuro uno c’è: i clienti avranno la garanzia che la configurazione sia stata testata (e soprattutto supportata) sia da Canonical che da Oracle.
Fonte: Softpedia