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14 aprile 2010 Visualizzazioni: 479 HowTo

Banshee: un plugin per usare Ubuntu One Music Store

Così come ci ricorda Wikipedia, Banshee è un media player libero per GNU/Linux basato su Mono e Gtk#. Creato da Aaron Bockover nel 2005, il progetto si avvale anche del contributo di Gabriel Burt, un altro dipendente Novell.


Banshee usa le librerie multimediali GStreamer per la codifica e la decodifica di vari tipi di file, come ad esempio Ogg Vorbis, MP3 e FLAC. Può riprodurre, importare e masterizzare CD audio. L’ultima versione disponibile è la 1.6. Punto di forza del lettore è sicuramente la possibilità di estendere le sue funzionalità attraverso l’utilizzo di plugin. A tal proposito diamo la notizia che è da poco disponibile uno tutto nuovo che consente agli utenti di Banshee di ogni distribuzione di utilizzare il servizio Ubuntu One Music Store, il negozio online Canonical che permette di acquistare tutta la musica che vogliamo a prezzi decisamente a buon mercato, legalmente, e con un vasta scelta di titoli. Originariamente lo Store è stato pensato per l’utilizzo su Rhythmbox, il lettore multimediale predefinito di Ubuntu, ma adesso - ufficiosamente - anche gli utenti che si affidano a Banshee possono acquistare musica.

Chi già utilizza Ubuntu Lucid Lynx 10.04 in versione beta può installare il plugin attraverso la direttiva:

sudo apt-get install banshee-extension-ubuntuonemusicstore

Su altre distribuzioni, invece, è necessario scaricarlo da questo indirizzo e installarlo manualmente.

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  • Simone

    Di questo passo mi chiedo cosa diventerà Ubuntu tra qualche anno…
    “Our work is driven by a philosophy on software freedom” dicono…e poi ti aprono
    un negozio che vende mp3.
    Schifato

    • Paguro

      Open non vuole dir gratis, cosa c’è di male se un azienda come Canonical cerca di avere un autonomia finanziaria, credi che i soldi Mark siano infiniti, credi che il buon Mark può continuare a finanziare Ubuntu all’infinito, Canonical sta cercando di camminare con le proprie.

  • Leolas

    Nessun servizio già esistene usa solo ogg, e ubunutnon aveva certo i soldi per aprire uno store proprio: è in realtà tutto basato su 7digital -> http://www.7digital.com/

    • Simone

      Non è una questione di ogg nè di soldi..il fatto è che Ubuntu se ne frega altamente della comunità Linux…
      Leggete cosa c’è scritto sulla home page di ubuntu.com

      “Ubuntu is an operating system built by a worldwide team of expert developers. It contains all the applications you need: a web browser, office suite, media apps, instant messaging and much more.

      Ubuntu is an open-source alternative to Windows and Office.”

      Dove cazzo sta la loro tanta decantata filosofia?
      Ubuntu store è solo l’ennesima conferma che a guidare ubuntu è un team di esperti di marketing, altro che filosofi del free softare.
      Schifatissimo

      • Paguro

        Canonical ha anche dei programmatori da pagare, senza soldini non si fa nulla, se Linux non riesce decollare in ambito desktop è colpa sopratutto di una totale assenza di marketing, Canonical sta facendo di tutto per invertire questo trand, quello schifato sono io, leggendo certi commenti.

        • Simone

          Ovviamente stai dicendo un mucchio di cazzate, il marketing di ubuntu sta facendo il suo effetto, vedo…se la comunità Linux (di qui purtroppo fa parte anche Ubuntu, anzi no…loro non dicono di essere una distro GNU/Linux, loro sono addirittura un “sistema operativo” e per di più un’alternativa opensource a Windows! ) avesse bisogno di vendere mp3 per stare in piedi, sarebbe già morta da un pezzo!
          E come fanno le altre circa 300 distro linux a sopravvivere, facendo ottimi prodotti anche senza sbandierare ipocritamente ai 4 venti la loro fedeltà alla filosofia del free software, senza vendere mp3? Un formato superato e non libero su cui devi pagare delle royalties?

          • Paguro

            Evidentemente il mio commento non lo hai letto, ed hai una visione distorta della realtà, il bello è che secondo te quello che scrivi cazzate sarei io!?

          • Simone

            Spiegami quale sarebbe “la visione distorta della realtà”,
            sono curioso…

          • Paguro

            Dove sarebbe la tua visione distorta dalla realtà!? Basta leggere il tuo ultimo commento dove metti in dubbio che Ubuntu si possa considerare anche un sistema operativo, guarda lo dice anche Wikipedia : http://en.wikipedia.org/wiki/Ubuntu_(operating_system)

        • Simone

          Si vabbè, dire che non ha capito un caxxo è un eufemismo…
          leggiti anche quello che ha scritto franky…
          E tra un acquisto di un mp3 e l’altro chiediti come mai
          ubuntu si definisce un “sistema operativo” mentre Arch, Fedora, Slackware, sono invece delle distro GNU/Linux…

          Ma dubito seriamente che il tuo cervello ci possa arrivare

          • Paguro

            Purtroppo continui a non comprendere, il mio era un semplice esempio della tua visione distorta, la cosa che non capisco è perchè continui ad offendermi e attacchi Ubuntu. Ancora con sta menata di definizione, tra una distribuzione Linux e un sistema operativo non vi è una grande differenza, qualsiasi distro Linux può essere definita come un SO. Per il discorso della vendita di mp3, sottovaluti l’aspetto economico, Canonical non è un onlus, deve cercare di camminare con le proprie gambe, Mark Shuttleworth non può finanziare l’intero progetto all’infinito, tutte le maggiori distribuzione hanno delle entrate fisse senza le quali non potrebbero sopravvire, esempio, Mandriva ha una versione a pagamento, OpenSuse e finanziata da Novell presente in ambito azindale, Fedora idem con Red Hat. Canonical anche essa presente in ambito aziendali oltre che fare utili, fa anche marketing, cerca di stringere accordi commerciali è pubblicizza i propri prodotti, purtroppo crearsi uno spazio importante nel settore dekstop è difficile visto che vige la regola del preinstallato Windows, senza del buon marketing senza i vari accordi commerciali, pubblicità ecc..ecc.. Linux non riuscirà mai a farsi largo sui desktop, purtroppo il solito concetto di filosia Open non basta.

          • Simone

            Potremmo continuare questa discussione all’infinito, ma non mi sembra il caso :) cmq brevemente:
            non c’è nulla di male ovviamente nel fare soldi col proprio lavoro, soprattutto se questi ti servono per campare…il problema è la mancanza di coerenza e l’ipocrisia che dirige il progetto ubuntu che, ripeto, vedo ben lontana dal concetto di “freedom” di cui loro stessi si reputano portatori..vabbè cmq non voglio ripetere quello che ho scritto sopra.
            E sinceramente me ne frego se m$ ha l’80 % delle installazioni…Gnu/Linux è già ottimo così e trovo stupido che per fare concorrenza a m$ si debba ricorrere alle loro stesse (poco pulite) strategie…per questo e per motivi tecnici non uso Ubuntu e consiglio a tutti quelli che amano davvero il pinguino (e sono interessanti ad apprenderne il funzionamento più in “profondità” ) di puntare su altre distro.
            Un’altra cosa che mi viene in mente…sai quanti anni (e dico anni) ci sono voluti prima che ubuntu dedicasse una pagina a Debian sul loro sito? Sto parlando di Debian, la disto da cui ubuntu prende l’80-90% dei pacchetti! Però che rispetto per la comunità Gnu/Linux…

  • Franky

    Uno che si fa le gite nello spazio non credo che abbia problemi a mantenere un centinaio di programmatori…

    Comunque è vero che Ubuntu è una distro che nei suoi spot non menziona l’ecosistema di gnu/linux, quindi in pratica sostiene di essere un sistema operativo completo basato sull’unico lavoro dei programmatori di ubuntu cosa falsissima in quanto ubuntu di programmazione in senso stretto ha veramente poco. (qualche tool certo, ma i 20000 pacchetti che ha non sono programmi scritti da loro)

    Mi ricorda una strategia che è stata usata in politica in italia dalla fine degli anni 80, però meglio non entrarci sennò andiamo inutilmente in OT. xD