Il Presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, pare abbia siglato ieri a Roma un Protocollo d’Intesa con l’amministratore delegato di Microsoft Italia, Pietro Scott Jovane.
Obiettivo dichiarato dell’accordo, quello di “promuovere l’innovazione e l’eccellenza nell’ideazione, sviluppo e utilizzo delle tecnologie e delle soluzioni informatiche”. L’Associazione per il Software Libero esprime fermamente la sua più netta contrarietà ad un accordo di questo tipo, purtroppo l’ennesimo, tra una Pubblica Amministrazione ed un monopolista più volte condannato per abuso di posizione dominante sul mercato.
È poco comprensibile come il segretario di un partito che afferma che “parlare di copyleft, di software libero, di neutralità della rete sia una necessità per un partito moderno, così come lo è parlare di lavoro, ambiente, economia e diritti civili” possa, alla prova dei fatti, muoversi in direzione diametralmente opposta. È poco comprensibile come chi si è fatto portavoce dei movimenti in favore della necessità di mantenere pubblico un bene fondamentale per la vita, quale l’acqua, non colga l’importanza di un analogo ragionamento per il software.
Vendola presidente di una regione che NON vuole cambiare sistema operativo?
La libertà del software non è questione che interessi solo tecnici, informatici o appassionati; al contrario, in una società ogni giorno più digitale la libertà del software riguarda da vicino la libertà dei cittadini e condiziona pesantemente la possibilità di rendere concreti ed effettivi i diritti civili. Il software deve essere libero. Per ragioni etiche, non tecniche.
“Crediamo che una Pubblica Amministrazione commetta un grave errore politico siglando un Protocollo d’Intesa con Microsoft. Auspichiamo che il Presidente Vendola se ne renda conto e, conformando il proprio agire alle idee ed ai principi affermati, lasci cadere nel nulla il protocollo d’intesa che sta per sottoscrivere con Microsoft e, dopo più attenta riflessione, attui invece politiche di favore per il Software Libero, in linea con quanto già fanno altre regioni (come il Piemonte ed il Veneto). più attente agli interessi collettivi. Solo il Software Libero può garantire lo sviluppo di un ecosistema locale di imprese, associazioni, realtà sociali con reale ricaduta sul territorio”, ci ha fatto sapere l’Associazione per il Software Libero.