Siamo alle soglie di un altro, agognato, fine settimana; approfittiamone per parlare un po’ di argomenti meno tecnici; ad esempio, cosa pensate delle interazioni uomo-macchina? Ci addentriamo in un campo dove la disputa è accesa e le battaglie si combattono su più fronti: etica, cultura, morale, filosofia, scienza; che cose affascinanti, non credete?
Eppure qualcuno, molto più prosaicamente di quanto si possa ipotizzare, sta già pensando alle cose serie: Regina Lynn è l’autrice di The Sexual Revolution 2.0 ed ispirandosi al nuovo libro di David Levy, noto esperto di IA, “Love + Sex With Robots: The Evolution of Human-Robot Relationships”, con malcelato candore, ci regala una delicata confidenza: “Non ho in cantiere di sposarmi di nuovo, ma se per qualche ragione dovessi, potrei considerare di stringere questo nodo con un robot.”
Naturalmente i tempi non sono ancora maturi, ma la nostra amica non se ne fa un cruccio, secondo le previsioni dovrebbe potercela fare in occasione del suo ottantesimo compleanno e, grazie al provvidenziale supporto di portentosi farmaci afrodisiaci, ritiene di poter contemperare almeno dieci buone ragioni per considerare un robo-matrimonio:
- i robot sono più che sex machine: Levy porta ad esempio un robot che può prevedere il movimento umano più che bene, danzando senza pestare i piedi del partner; un ”piacevole lavoro di piedi”, che può indurre una donna a scegliere un partner robot.
- Secondo Levy, un’intelligenza artificial-romantica includerà intelligenze emozionali e sociali accanto a sentimenti di furbizia. E se la IA avanzerà di pari passo con lo sviluppo dei robot, allora la domanda “potrebbe un uomo amare un robot?” diventerà irrilevante, perché i robot potrebbero essere considerati a tutti gli effetti delle persone.
- I robot saranno sensibili e reattivi: un partner robot è in grado di misurare la respirazione, il battito del cuore, la temperatura corporea, ecc. usando i sensori di biofeedback. Ciò implica una conoscenza fisica del partner superiore alle aspettative, tanto da far sperare che il robot sia in grado di capire quando il partner umano vuole restare solo. Infatti, dice la scrittrice, “in questa relazione, il robot fa tutto il lavoro, imparando dalle prove e dagli errori, correndo tutti i rischi ed adattandosi ai vostri umori”.
- Un robot creerà drammi solo se lo vorrete: nessuna gelosia, niente ormoni, niente stanchezza, nessuna insicurezza. Tutto ciò potrebbe sembrare una storia noiosa, un buon viatico per una crisi, e allora si può ricorrere ad un robot, che può essere programmato con un Drama Setting, che consenta di settarlo per la felicità assoluta, con valore 0, o come “vita da inferno”, con valore 10.
- I robot si possono spegnere: se siete tipi solitari con un robot non avrete problemi. Se l’intelligenza artificiale emotiva include una tendenza a sentirsi soli o abbandonati, potrete semplicemente disabilitarla. Inoltre: se si tratta di un robot-moglie non avrete neanche i suoceri.
- E che dire degli optional? Basta aggiungerli.
- I robot sono disponibili per un’avventura sessuale senza discussioni elaborate, permessi o restrizioni. Non sarà geloso e non avrà ansie se vorrete avere avventure con altre partner.
- Un partner robot offre il sesso più sicuro del pianeta: nessuna infezione sessuale trasmissibile e nessun timore di creare problemi a chi è allergico al latex o ha il pH basso!
- Un robot può essere un personal trainer per il sesso… il regalo di nozze potrebbe consistere in un pacchetto Kama Sutra completo.
- Un robot è per sempre, almeno finché non scade la garanzia. “Ciò che manca in un matrimonio uomo-macchina in termini di sfida, crescita, bilanciamento, può esserci in termini di devozione senza cambiamenti. Almeno dal lato del robot; ma se tu sei cambiato, potresti riprogrammare o upgradare il tuo partner-robot per piacere al tuo nuovo modo di essere”, oppure più semplicemente darlo in permuta.
Ma siamo proprio sicuri di voler percorrere questa strada? Anche l’autrice di questo esilarante articolo, nutre qualche dubbio: gli alti e i bassi di una coppia umana sono ciò che conferisce entusiasmo al rapporto, rendendolo reale. I robot sono, dice l’autrice, troppo perfetti, e aggiungerei una considerazione da scienza sociologica, la “perfezione è sciocca”, è prevedibile e stanca facilmente. Le interazioni uomo-macchina sono, per la scienza, un campo relativamente nuovo ed affascinante, ma non dimenticheremo per questo la morale dell’Uomo bicentenario o della Donna perfetta. No?
di Gianfranco Budano - Programmazione.it